“In quel momento, è come se il mio cuore iniziasse a martellare, le mani cominciano a vibrare ed i palmi a gocciolare a causa dell’adrenalina che scorre aggressiva nelle venature. II respiro si fa corto e sembra difficilissimo ossigenare i polmoni, gli scenari del fallimento si susseguono nella mente come in un film. Mi sentivo poco uomo. Il mio corpo era un fascio di nervi, sentivo il nervoso salirmi dai piedi fino al cervello ed il fallimento ha ottenuto la sua vincita. Ci si trova a tentare la fuga, nascondersi sotto le coperte nello sforzo di ricostituire i cocci della propria autostima di nuovo insieme e controllare tutto ciò, voglio riuscire a superare il terrore del fallimento.”
Mario, 37 anni, apre così la nostra seduta settimanale.
La paura di fallire è una sensazione molto diffusa. Se sembra che vi sia avvenuto di vivere una condizione analoga in qualche ambito della vostra vita, lavorativo, sportivo, sessuale probabilmente state esperendo ansia da prestazione.
L’ansia, nelle sue varie sottocategorie, rappresenta uno stato emotivo largamente diffuso nella popolazione. Una delle sue tipizzazioni è l’ansia da prestazione, conosciuta soprattutto nell’ambito sessuale, ma in realtà diffusa anche in ambito scolastico, lavorativo, sportivo. Ma cosa intendiamo esattamente con ansia da prestazione?
Cos'è l'ansia da prestazione
Tale variante dell’ansia consiste principalmente in un’autopercezione di difetti che crea preoccupazione e alimenta paura di non riuscire ad effettuare una prestazione di qualsiasi tipo. Eiaculazione precoce, disfunzione erettile fino ad un calo totale della disfunzione sessuale sono solo alcuni dei problemi principali legati all’ansia da prestazione di natura sessuale. In generale ognuna di queste tipologie di “disfunzioni sessuali” compromette in gran modo la qualità della vita del paziente. Tali problematiche spesso influenzano anche la vita del partner, per cui spesso i partner di chi ne è affetto si trovano a chiedere aiuto. L’esperienza dell’ansia da prestazione in ambito sessuale presenta numerosi risvolti psicosociali e sessuali che possono interferire in modo significativo anche con la fertilità. Infatti l’insorgenza di problemi sessuali è frequente in ambedue i membri della coppia e deriva spesso dall’ansia da prestazione che accompagna la procreazione naturale e/o assistita.
Problemi saltuari di eiaculazione precoce, non persistenti o ricorrenti oppure non accompagnati da notevole disagio o difficoltà interpersonali non giustificano una diagnosi di eiaculazione precoce o disfunzione erettile.
Quali sono i sitomi
I sintomi fisici che accompagnano l’ansia da prestazione sono quelli caratteristici di qualsiasi disturbo d’ansia, che si manifesta con tachicardia, sudorazione, nausea, vampate di calore improvvise, respiro corto e affannoso, vasocostrizione e conseguente aumento della pressione sanguigna.
QUALI SONO I PENSIERI ASSOCIATI?
Spesso si possono trovare dei pensieri ricorrenti che caratterizzano la sfera cognitiva delle persone che soffrono di ansia da prestazione. Nel dettaglio, quindi troviamo:
- timore dell’insuccesso, che può derivare essere legittimata o meno da un’esperienza traumatica che ha portato ad “apprendere” legittime preoccupazioni di insufficienza o di incapacità,
- mancanza di coinvolgimento o novità: stimoli sessuali scarsi o nuovi,
- timore di essere abbandonato o di non essere adeguatamente amato,
- incapacità ad abbandonarsi alle proprie sensazioni corporee,
- convinzioni disfunzionali legati alla performance (in questo caso, di natura sessuale),
- stress e preoccupazioni, lo stress inteso come funzione concomitante fisiologica di tutti i fattori sopra descritti, ma può anche rappresentare un stimolo indipendente di manifestazione di impotenza: le condizioni stressanti sono inconciliabili con l’instaurarsi dei riflessi fisiologici che producono l’erezione (ex. preoccupazioni di tipo economico, problemi di salute, preoccupazione per le implicazioni di una malattia (propria o di una persona cara) e/o paura di una ricaduta, dolore per la perdita di una persona cara, difficoltà sul lavoro, apprensione per i figli e i propri cari, ecc.)
Ansia da prestazione: rimedi
Se escludiamo ogni tipologia di causa organica, un alto tasso di efficacia per la risoluzione dell’ansia da prestazione in ambito sessuale viene riscontrato sicuramente nelle terapie cognitivo comportamentali.
In particolare in linea con questo approccio si utilizza:
- Psicoeducazione: conoscenza dell’anatomia sessuale e del ciclo di risposta sessuale (fasi del funzionamento erotico), miglioramento della consapevolezza del proprio corpo (esplorazione visiva e cinestesica), comprensione dei fattori fisiologici e psicologici coinvolti nel rapporto sessuale, esame delle credenze e dei miti comuni inerenti il sesso, ecc.;
- Terapia Comportamentale: previo addestramento, sia l’uomo che la coppia utilizzano specifiche tecniche quali la tecnica dello ‘stop and start’ e dello ‘squeeze’;
- Terapia Cognitiva: in cui si analizza l’importanza delle distorsioni cognitive e della rappresentazione soggettiva della realtà nell’origine e nel mantenimento dei disturbi emotivi e comportamentali.
Per quanto riguarda i farmaci possono essere utilizzati bloccanti alfa-adrenergici o antidepressivi serotoninergici. Si possono ottenere dei risultati ma facendo troppo affidamento alla terapia farmacologica inoltre si può instaurare un meccanismo psicologico di dipendenza, tale per cui l’individuo può fare eccessivo affidamento ai farmaci per ritardare l’orgasmo invece di apprendere strategie comportamentali. Per questo è consigliabile non appena il paziente acquisisce un maggior senso di auto-controllo, sospenderli in modo graduale.
Altri strumenti utili consistono nello yoga e nella mindfulness, tramite questa tecnica si pone attenzione al momento presente, cercando di ridimensionare l’aspetto del giudizio che spesso caratterizza la sfera cognitiva di chi è affetto da tali problematiche. La mindfulness infatti può essere definita come la consapevolezza che emerge dal porre attenzione, intenzionalmente, nel momento presente, e in modo non giudicante, alle cose così come sono.
Come combattere l'ansia da prestazione
Concludendo, possiamo dire che per certi versi ansia da prestazione fa rima con idealizzazione. L’aspettativa irrealistica che tutto debba essere perfetto porta a sviluppare pensieri irrazionali che contribuiscono a mantenere il disturbo. Un valido aiuto si trova nella psicoterapia ad orientamento cognitivo e comportamentale di seconda e di terza generazione. Si tratta infatti di problematiche che possono essere affrontate rivolgendosi a specialisti, in modo efficace. Un consiglio che mi sento di dare a tutti è di lasciare sempre spazio a una buona dose di umorismo, il rapporto sessuale dovrebbe essere la migliore espressione dell’allegria e del gioco. Mettendo da parte il giudizio verso noi stessi possiamo facilmente e con certezza abbassare ed annullare l’ansia da prestazione sessuale.
Approfondimento: Psicoterapia
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Bibliografia
- Ferrari, G. (2010). Manuale di terapia cognitiva dell'ansia e dello stress: Tecniche di gestione dell'ansia e dello stress. Edizioni Ferrari Sinibaldi.
- Sassaroli, S., & Ruggiero, G. M. (2002). I costrutti dell’ansia: obbligo di controllo, perfezionismo patologico, pensiero catastrofico, autovalutazione negativa e intolleranza dell’incertezza. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, 8(1), 45.
Buonasera, posso chiedere quanti casi si sono risolti con questi metodi per quanto riguarda i single maschi? Ci sono dati in merito o in qualche modo si può avere un’indicazione di risultato?
Dipende dal problema alla base, il termine “ansia da prestazione” è colloquiale ma non utile da un punto di vista clinico. Se prendiamo l’eiaculazione precoce la letteratura scientifica una percentuale di successo di un intervento comportamentale breve attorno al 60% dei casi. Sale attorno all’84% dei casi con interventi che includono il partner o comunque maggiormente integrati.
Vi è un’alta variabilità nella risposta data dal fatto che possono essere quadri molto diversi tra di loro (altri dati indicano percentuali di successo tra il 40 e il 100% dei casi). Più alla base vi è solo ansia più i risultati migliorano, più dietro vi sono altre problematiche più peggiorano. Al crescere della durata del problema diminuiscono le percentuali di successo e viceversa; è più facile trattare un problema di sei mesi rispetto a uno di 40 anni.