Assuefazione: significato, sostanze e meccanismi coinvolti

assuefazione

In psicologia viene spesso utilizzato il termine assuefazione in relazione ai fenomeni di dipendenza.

Il termine "dipendenza" descrive il bisogno della persona di ricercare una sostanza; il termine assuefazione, invece, indica il bisogno dell’organismo della persona dipendente di assumere la sostanza sempre più spesso e in quantità maggiori, per provare ad ottenere sempre gli stessi effetti da questa.

Tutte le sostanze psicoattive producono assuefazione e dipendenza psichica e fisica. 

Ciò significa che il loro consumo è associato ad alterazione dei sensi e del comportamento, alla necessità di incrementare gradualmente la dose assunta per mantenere gli effetti desiderati (assuefazione o tolleranza), alla difficoltà di ridurre l’uso della sostanza (dipendenza psichica) e alla comparsa di disturbi organici, che accompagnano l’interruzione dell’assunzione della sostanza stessa (dipendenza fisica; Taggi, Giustini & Macchia, 2001).

Ma cosa intendiamo nello specifico quando si parla di assuefazione? Da cosa dipende?

Assuefazione: significato

Il significato del termine assuefatto è abituato, avvezzo; tale termine, quindi, non è solo riconducibile al solo concetto di dipendenze.

Quando comunemente si descrive una persona assuefatta, però, il richiamo al concetto medico e farmacologico del termine è immediato. 

Il significato del termine assuefazione richiama il concetto di adattamento e abituazione, termini che potrebbero rappresentare anche dei sinonimi.

L’assuefazione, infatti, consiste nell’abitudine alla sostanza da parte dell’organismo che spinge ad incrementare l’assunzione della dose per ottenere lo stesso livello di effetti.

Se si diminuisce o interrompe l’assunzione della sostanza possono comparire i sintomi della crisi di astinenza, quali sudorazione, febbre e tremori.

Secondo la definizione del dizionario Treccani, l’assuefazióne è un fenomeno che si verifica nell’organismo per effetto della somministrazione continua di un farmaco, per cui viene a diminuire, o addirittura ad annullarsi, la sua efficacia; analogamente, l’assuefazione all’alcol, è la progressiva tolleranza dell’organismo nei confronti delle bevande alcoliche; infine, con altra accezione, l’assuefazione alla droga, agli stupefacenti, è descritta come uno stato di schiavitù nei confronti della droga, provocato da una prolungata assunzione, che genera uno stato di forte bisogno, con dipendenza psichica e spesso anche fisica.

Assuefazione e dipendenza: strutture cerebrali coinvolte

Studi di biochimica, di neuroimaging funzionale e di genetica hanno confermato l’esistenza di una profonda relazione sul piano neurobiologico tra le dipendenze comportamentali e la dipendenza da sostanze (Grant, Brewer & Potenza, 2006); il gioco d’azzardo, il cibo e il sesso attivano i circuiti responsabili della gratificazione in modo simile a quanto accade nella gratificazione indotta dal consumo di sostanze psicoattive.

A livello cerebrale il sistema che interessa questi comportamenti di dipendenza è “circuito della ricompensa” (reward system). Gli organi maggiormente interessati sono l’area tegmentale ventrale (VTA), il nucleo accumbens (Na) e la corteccia prefrontale (PFC).

Per quanto riguarda l’assuefazione, il nucleus accumbens ha un ruolo fondamentale in quanto modula le risposte individuali alle ricompense e influenza i meccanismi di assuefazione indotti dalle sostanze di abuso.

Le dinamiche di dipendenza comportamentale si possono sviluppare fino a presentare fenomeni analoghi alle dipendenze da sostanze, con comparsa di tolleranza, craving e assuefazione.

Quali sostanze provocano assuefazione?

Come esplicitato prima, tutte le sostanze psicoattive possono provocare assuefazione, ma anche altre sostanze, non considerate tali, riescono a sollecitare tale reazione.

È possibile, ad esempio, sviluppare anche assuefazione da farmaci, come ad esempio per le benzodiazepine; esse, infatti, danno assuefazione, tolleranza e conseguenza dipendenza fisica.

Tali farmaci non dovrebbero essere sospesi bruscamente.

Il fenomeno dell’assuefazione, però, interessa anche le dipendenze comportamentali.

Similmente alle dipendenze da sostanze, sono state evidenziate forme di assuefazione anche nei soggetti che soffrono di dipendenza da gioco d’azzardo o ludopatia.

Nei giocatori di azzardo impossibilitati a giocare o ai quali viene impedito di farlo, è possibile rilevare fenomeni di assuefazione: essi presentano, ad esempio, il bisogno di scommettere cifre sempre più alte, unitamente a crisi di astinenza (sudorazione, respiro corto, tremori e tachicardia).

Il giocatore, con il tempo, riesce a sperimentare eccitazione e gratificazione solo aumentando le somme puntate. Ciò sembra essere vero anche per le persone che soffrono di dipendenza da shopping (shopping addiction o 'shopping compulsivo').

In quest’ultimo caso, nello shopping addiction, è ancora più difficile rilevare i fenomeni di dipendenza e di assuefazione, perché l’acquisto di beni è un comportamento socialmente accettato e promosso e può sembrare meno preoccupante e soprattutto non condizionato da bisogni, necessità disfunzionali o dipendenza della persona.

Anche il fumo e il tabagismo sono percepiti come meno pericolosi e socialmente accettabili. Il fumo, invece, analogamente alle droghe, produce dipendenza, assuefazione e crisi di astinenza.

È possibile sviluppare, quindi, anche l’assuefazione da nicotina.

In conclusione...

Tutti i farmaci, le droghe note e i comportamenti in grado di provocare una dipendenza possono portare il soggetto ad esperire fenomeni di assuefazione.

Tale aspetto, unitamente alla tolleranza e ai possibili sintomi di astinenza, incidono sul crescente bisogno della persona di assumere la sostanza o di attuare il comportamento disfunzionale.

La presenza di questi gravi effetti e condizioni indicano che la persona ha sviluppato una dipendenza fisica e psichica.

È importare conoscere e imparare a riconoscere tali aspetti perché possono rappresentare importanti campanellini di allarme utili a palesare l’esigenza e a stimolare la motivazione ad affrontare il problema rivolgendosi a un professionista.

Approfondimento: Psicoterapia

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Bibliografia

  • Grant, J. E., Brewer, J. A., & Potenza, M. N. (2006). The neurobiology of substance and behavioral addictions. CNS spectrums, 11(12), 924-930.
  • Taggi, F., Giustini, M., & Macchia, T. (2001). Sostanze d’abuso e incidenti stradali: considerazioni epidemiologiche ed analitiche. Taggi F., Di Cristofaro Longo G., I dati sanitari della sicurezza stradale. Progetto Datis, ISS Roma, 75-88.

Informazioni sull'autore

  • Lorenzo ha detto:

    Il termine assuefazione puo’ assumere anche una connotazione positiva? Se porto ad esempio una sensazione banale quale l’ascolto di una canzone che piace. L’ascolto ripetuto fino a che il cervello “ne ha abbastanza” e vuole passare all’ascolto di altro, questo significa che vuole riprovare la stessa sensazione in altre canzoni , ma non puo’ anche essere che la sensazione provata ha portato alla “noia” di riprovare quella sensazione? Quest’ultima e’ correlata alla crescita evolutiva dell’individuo anche in senso positivo e non solo negativo.

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