Quali sono le cause degli attacchi di panico?

cause degli attacchi di panico

Alcune teorie descrivono gli attacchi di panico come il risultato di un’interpretazione catastrofica di alcune sensazioni corporee.

Queste vengono considerate come segno che ci sta per succedere qualcosa di grave dal punto di vista fisico come, ad esempio, un ictus o un infarto (Clark, 1986). 

Ma quali sono le sensazioni che vengono male interpretate? Come mai?

Le cause scatenanti degli attacchi di panico

Solitamente le persone che hanno sperimentato un attacco di panico riportano all’inizio dello stesso sintomi quali: palpitazioni, fame d’aria, vertigini.

Queste sono sensazioni che proviamo quando proviamo ansia o paura.

Provare un certo livello di ansia è normale e utile, specialmente quando questa ci motiva ad impegnarci per raggiungere i nostri obiettivi. Pensa se dovessi preparare un esame: la preoccupazione legata al suo esito farà sì che ti impegnerai nello studio nelle settimane che precedono l’interrogazione. 

Se però interpreti queste sensazioni come indice che ti stia per succedere qualcosa, come un infarto, la tua preoccupazione crescerà. Provando più ansia queste sensazioni si faranno più intense e potresti avere un attacco di panico.

In questo modo si innesca un circolo vizioso in cui inizi ad avere paura della tua paura. Se impari come combattere l'ansia puoi imparare a gestire questi meccanismi.

Molte persone sperimentano per la prima volta un attacco di panico in periodi di alto stress (Galeazzi et al., 2004; Andrews et al., 2003). Le scadenze si accumulano, gli impegni sono numerosi e le tue preoccupazioni sulle tue capacità di gestire la situazione aumentano.Se sul luogo di lavoro sei particolarmente teso e con i colleghi discuti di frequente, potresti sentire sensazioni come tachicardia, fiato corto, tensione muscolare. Se pensassi che questi sono i sintomi di un infarto, la preoccupazione aumenterebbe fino a sfociare in panico. 

Queste sensazioni fisiche derivano da una risposta immediata del tuo organismo che ha origini antiche ed ha garantito la sopravvivenza dell’uomo nei secoli, quando doveva ancora fuggire velocemente da grandi predatori e lottare con chi voleva accaparrarsi le sue risorse. Oggi le sfide che devi affrontare sono diverse ma il risultato non cambia: se  percepisci un evento come minaccioso, un pericolo per la tua incolumità, il tuo corpo si prepara a rispondere alla minaccia percepita. Questo può succedere sia in contesti di reale criticità che per un falso allarme. Per poter affrontare una situazione di questo tipo, devi rispondere velocemente con la lotta o la fuga (Barlow, 2004). In entrambi i casi, il tuo organismo deve prepararsi a compiere uno sforzo fisico e per far ciò porta velocemente il sangue ai muscoli attraverso l’aumento della pressione arteriosa, del battito cardiaco e della frequenza respiratoria.


Nel contesto in cui vivi, non potendo effettivamente rispondere alla situazione con l’attacco o la fuga, il tuo corpo non disperde l’ossigeno che accumula iperventilando, aggiungendo alla tensione muscolare, tutti quei sintomi legati all’eccessiva respirazione quali la sensazione di soffocamento, vertigini, testa leggera, derealizzazione, sensazione di svenire, dolore al petto (Galeazzi et al., 2004). 

Attacchi di panico: cause psicologiche

Immaginati di essere in una situazione di oggettiva difficoltà e di provare sensazioni simili a quelle descritte qui sopra; un conto è riconoscere le circostanze come fonte di ansia (il capo che fa pressioni sul posto di lavoro, scadenze ravvicinate, poco riposo ecc.), un altro è pensare che il dolore al petto sia il segno incontrovertibile che ti stia venendo un infarto. Il primo attacco di panico si scatena quando pensi che i sintomi che senti abbiano un’origine fisica e non psicologica. Alla preoccupazione provata, aggiungi la paura di morire o d'impazzire.

Può succedere inoltre, che per paura di avere qualcosa che non va, diventi più sensibile alle tue sensazioni corporee prestando loro più attenzione del dovuto. Il corpo umano è rumoroso; focalizzare l’attenzione su di esso fa sì che questo “rumore” venga amplificato. Non è raro che le persone che hanno avuto un attacco di panico smettano di fare attività fisica o si misurino la frequenza cardiaca per paura che oltre ad un certo numero di battiti possa insorgere il panico (Andrews et al., 2003).

Le situazioni come cause scatenanti degli attacchi di panico

Quando una persona soffre un attacco di panico in treno rimane “scottata” da questa esperienza. Associa il treno e la stazione ferroviaria al panico. In questo modo i treni e le stazioni possono diventare la causa scatenente di nuovi attacchi.

La persona il giorno prima di prendere un treno inizia a temere il panico. Il giorno che deve recarsi a prendere il treno presta attenzione alla respirazione e al ritmo cardiaco. Mentre si avvia verso la stazione la preoccupazione cresce e di conseguenza anche le sensazione fisiche di ansia. Le sensazioni vengono prese come indizi di un attacco di panico e l’ansia cresce ancora.

Questo può in futuro favorire i cosiddetti attacchi di panico situazionali o "attesi". In questi i episodi c’è un chiaro elemento scatenante, solitamente legato ad uno o più contesti in cui si è già verificato un attacco di panico.

La persona collega una situazione o un elemento della stessa all’insorgere del panico ed ogni volta che si ripresentano quelle condizioni prova un’intensa paura. Questo perché l’attacco di panico è un’esperienza segnante che lascia un ricordo permanente in chi li sperimenta, ricordo spesso associato al luogo in cui si è verificato.La realtà è che non esistono situazioni che favoriscono l’insorgenza dell’attacco di panico. 

Attacchi di panico: cause fisiche

Alcuni dei sintomi degli attacchi di panico potrebbero essere confusi con quelli dati da alcune condizioni mediche quali, ad esempio, ipoglicemia, ipertiroidismo, prolasso della valvola mitralica, sindrome di Cushing, feocromocitoma e disturbi vestibolari.

È utile a tal proposito rivolgersi al proprio medico per eseguire opportuni accertamenti per poter avere un quadro completo della situazione ed escludere la presenza, ad esempio, di malattie coronariche (Galeazzi et al., 2004; Andrews et al., 2003).

Approfondimento: Psicoterapia

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Bibliografia

  • American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-5®). American Psychiatric Publishing.
  • Andrews, G., Creamer, M., Crino, R., Hunt, C., Lampe, L., & Page, A. (2003). Trattamento dei disturbi d'ansia: guide per il clinico e manuali per chi soffre del disturbo. Centro scientifico editore.
  • Barlow, D. H. (2004). Anxiety and its disorders: The nature and treatment of anxiety and panic. Guilford.
  • Clark, D. M. (1986). A cognitive approach to panic. Behaviour research and therapy, 24(4), 461-470.
  • Galeazzi, A., Bauer, B., & Meazzini, P. (2004). Mente e comportamento: trattato italiano di psicoterapia cognitivo-comportamentale. Giunti.

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