Ogni persona è unica e irripetibile, differente da tutte le altre.
Se crediamo nell’unicità di ogni singolo individuo, è unica la persona neurotipica così come quella con un disturbo dello spettro autistico (o qualsiasi altro disordine mentale e/o fisico).
Non è solo retorica: il disturbo dello spettro autistico per sua stessa definizione contempla infinite combinazioni.
Parlare di autismo come di uno spettro significa infatti che dobbiamo pensare alle persone con questo disturbo come contraddistinte da alcune caratteristiche e particolarità comuni che si presentano però secondo forme, modi e gravità molto diverse tra loro.
L’autismo oggi
Attualmente la posizione scientifica condivisa a livello internazionale considera l’autismo una sindrome comportamentale la cui individuazione e diagnosi è svolta attraverso un’attenta e accurata osservazione di sintomi e caratteristiche comportamentali.
Il DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali) descrive le particolarità comportamentali che contraddistinguono un disturbo dello spettro autistico (ASD) nei primi due criteri diagnostici:
A. Deficit persistenti nella comunicazione e nell’interazione sociale in contesti multipli
B. Comportamenti, interessi e attività ristretti e ripetitivi
Approfondimento: L'autismo nel DSM-5
Il DSM 5 chiede poi di indicare il livello di gravità, che va definita separatamente per l’ambito della comunicazione sociale (criterio A) e dei comportamenti ristretti e ripetitivi (criterio B), di queste manifestazioni comportamentali definendo se la persona con ASD:
- Richiede supporto: livello 1
- Richiede supporto consistente: livello 2
- Richiede un supporto molto consistente: livello 3
Una persona che presenta un livello di gravità 1 (richiede supporto) presenta, secondo il DSM 5, le seguenti difficoltà:
- nell’area della comunicazione sociale: la persona ha difficoltà nell’intraprendere una interazione sociale e le risposte alle aperture sociali di altri risultano infruttuose, inadeguate e atipiche. Appare poco interessata alle interazioni sociali. Ad esempio, si tratta di una persona in grado di comunicare adeguatamente e di essere ingaggiata in un inizio di conversazione ma che fallisce poi nella reciprocità e nei ritmi e turni di interazione, i cui tentativi di fare amicizia possono sembrare strani e solitamente non hanno successo. Senza supporto quindi i deficit nella comunicazione sociale possono comportare limitazioni notevoli.
- nell’area dei comportamenti ristretti e ripetitivi: la persona manifesta difficoltà nelle piccole e grandi transizioni ovvero nel passare da un’attività all’altra, da un contesto ad un altro; inoltre può avere difficoltà nell’organizzazione e pianificazione che ostacolano l’indipendenza e l’autonomia. L’inflessibilità comportamentale può causare difficoltà in svariati contesti.
Autismo e tratti autistici lievi
Un livello di gravità 1 può essere ritenuto una forma di autismo lieve che necessita sicuramente di attenzione e risposte educative appropriate ma, se adeguatamente supportata, non dovrebbe limitare o inficiare significativamente la qualità della vita della persona.
Un esempio di forma lieve di autismo può essere la Sindrome di Asperger, che deve il suo nome ad Hans Asperger, il pediatra austriaco che per primo l’ha descritta.
La sindrome di Asperger, ora inserita all’interno dei disturbi dello spettro autistico, è un disturbo del neuro-sviluppo caratterizzata da fissità e rigidità comportamentale e problemi nell’interazione sociale, non presenta ritardi o deficit nello sviluppo del linguaggio e nello sviluppo cognitivo.
Viene considerata per questo una forma dello spettro autistico ad alto funzionamento.
Ci possono poi essere situazioni di autismo lieve in cui i bambini manifestano caratteristiche comportamentali tipiche dell’autismo, i cosiddetti “tratti autistici”, quali fissità, rigidità, difficoltà di interazione, i quali però si presentano in forma talmente lieve che potrebbero non condurre mai ad una diagnosi ma comunque in associazione ad altri fattori, compromettere la loro qualità di vita.
Approfondimento: La valutazione dell'autismo - strumenti e test
Come si manifesta
In generale, in una forma lieve di autismo l’individuo presenta schemi di comportamento ripetitivi, rigidi, legati alla routine, solitamente ha interessi ristretti e specifici e non mostra ritardi o limitazioni a livello cognitivo e di linguaggio: il livello intellettivo è infatti solitamente nella media o addirittura superiore (in questi casi si tende a parlare di alto funzionamento) e l’eloquio è ben sviluppato.
Altre caratteristiche ricorrenti che ci aiutano a capire come si manifesta un disturbo dello spettro autistico lieve e sono ad esempio: la tendenza ad isolarsi, un’incapacità di interazione verbale efficace, mancanza di empatia, incapacità di capire le regole sociali, disturbi sensoriali, goffaggine motoria, personali schemi di apprendimento, difficoltà nel comprendere linguaggi specifici (es. ironia, modi di dire, slang).
Nel corso dello sviluppo sociale e linguistico un bambino neurotipico solitamente impara ad entrare facilmente in contatto con gli stati d’animo dell’altro, riesce a “leggere” il non verbale, a cogliere le sfumature della voce, le espressioni del volto, comprendendo non solo il contenuto semantico di ciò che viene detto ma anche i contenuti emozionali.
Queste abilità in un bambino con autismo, anche lieve, sono compromesse, ha molta difficoltà a riconoscere e a dare significato a tutti questi aspetti; agli occhi degli altri perciò può risultare poco empatico, disinteressato alle emozioni e ai sentimenti di chi gli sta vicino.
Ciò, sommato al fatto che spesso questi bambini faticano a rispettare i turni di gioco e di conversazione, a mantenere il contatto oculare e a comprendere le regole sociali e di reciprocità, compromette la qualità delle interazioni sociali e lo sviluppo di relazioni amicali.
Una caratteristica tipica delle persone con ASD lieve, che hanno una capacità di eloquio intatta, è la prolissità, questi bambini possono parlare ininterrottamente dello stesso argomento senza porre attenzione alle reazioni dell’interlocutore.
Autismo lieve a scuola
Un ambiente di apprendimento fondamentale per la crescita e lo sviluppo del bambino è sicuramente la scuola e per un bambino con una forma lieve di autismo può diventare un contesto prezioso nel quale lavorare e intervenire perché ricco di stimoli e di opportunità di apprendimento e di interazione con i pari che possono favorire l’acquisizione di modalità più adeguate di comportamento.
Il livello intellettivo adeguato di un bambino con autismo lieve potrebbe portare a minimizzare il problema, almeno dal punto di vista didattico, ma è invece frequente che questi bambini risultino “deboli” in tutto ciò che richiede un pensiero astratto, ad esempio possono fare fatica nei compiti di comprensione di un testo narrativo o poetico o dove si richiede una certa flessibilità di pensiero.
Questi bambini solitamente hanno un pensiero molto concreto ed è perciò utile, per assicurarsi la buona comprensione di nuovi concetti o procedure, comunicare con loro utilizzando termini ed elementi tangibili ovvero utilizzando esempi pratici, immagini, esperienze dirette.
Rispetto agli interessi ristretti e ripetitivi di questi bambini è importante conoscerli e, con una certa creatività, sfruttarli per ampliare le aree di conversazione e confronto con i pari o come strumenti utili per agganciare il bambino nell’apprendimento di altri temi; è importante anche lasciare libero il bambino di esprimere o di giocare con l’oggetto di suo interesse stabilendo però con lui delle regole al riguardo ( ad es. alla fine di una sessione di lavoro).
E’ utile anche adottare alcune strategie per mantenere la concentrazione e l’attenzione del bambino, come ad esempio spezzettare un compito in obiettivi/compiti più piccoli, coinvolgere il bambino nella gestione dei materiali scolastici, utilizzare molto materiale grafico o oggetti, etc.
Oltre all’ambito più prettamente didattico, la scuola è un contesto fondamentale per questi bambini per lo sviluppo delle abilità sociali e di interazione; vanno perciò guidati nell’apprendere regole sociali per molti scontate, ad avviare in maniera adeguata una conversazione, a come comunicare un proprio bisogno, a rispettare i turni di interazione e gioco, nell’apprendere a riconoscere e a capire che non sempre ciò che viene comunicato va preso letteralmente. Per fare tutto ciò l’inclusione nel gruppo classe è un elemento essenziale ed è per questo che è molto importante che questi bambini siano adeguatamente supportati, non solo dal punto di vista didattico ma, forse soprattutto, dal punto di vista dell’inclusione e del rapporto con i compagni.
Autismo lieve: cosa fare
Come si è evince dalle Linee Guida per l’Autismo, proposte dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, uno degli approcci indicati per intervenire efficacemente in un disturbo dello spettro autistico è l’Applied Behaviour Analysis (ABA), ovvero l’analisi comportamentale applicata.
Gli interventi che utilizzano un approccio teorico e metodologico ABA risultano essere, secondo la letteratura scientifica, molto efficaci e hanno lo scopo di facilitare l’acquisizione di nuove abilita (sociali, comunicative, linguistiche, cognitive, etc.), rimuovere le barriere all’apprendimento, migliorare le abilità funzionali (comportamenti che consentono l’integrazione dell’individuo nel tessuto sociale e l’uso delle strutture comunitarie, come prendere l’autobus, fare acquisti, cucinare…) e la qualità della vita della persona.
I bambini con ASD, ribadisce la letteratura scientifica, necessitano di un intervento precoce, intensivo e generalizzato in più contesti di vita, tanto che questi elementi sembrano essere associati ad una maggior probabilità di esito positivo e a quello che è definito “optimal outcome” (risultato ottimale), ovvero la “guarigione” dal disturbo, dove per guarigione si intende il caso in cui una diagnosi di disturbo dello spettro autistico viene revocata in seguito ad un significativo miglioramento delle aree deficitarie di performance sociale e intellettiva e alla scomparsa della sintomatologia comportamentale del disturbo.
Quindi proprio la sinergia tra scuola, famiglia e terapisti, la precocità e intensità dell’intervento sembrano la strategia migliore che può permettere al bambino di crescere in armonia.
Sembra inoltre che le probabilità di ottenere un miglior risultato possano aumentare nel caso in cui la gravità del disturbo sia lieve, questo non dovrebbe sorprenderci se pensiamo ai punti di forza di questi bambini rispetto a forme di autismo più gravi. È plausibile pensare che la presenza di capacità intellettive e linguistiche non compromesse possa facilitare l’acquisizione anche delle abilità in quelle aree che risultano più deficitarie.
Autismo lieve negli adulti
La comunità scientifica internazionale ha fatto e sta facendo tuttora grandi sforzi per rendere la diagnosi di un ASD sempre più precoce, perciò solitamente è durante l’infanzia che viene diagnosticato questo disturbo.
Può capitare però che, soprattutto in caso di una sintomatologia particolarmente lieve, non si arrivi mai ad una diagnosi di ASD o che questa venga riconosciuta solo in adolescenza o in età adulta oppure che si scambi un ASD in un adulto con altri problemi psicopatologici inficiando così notevolmente tutto il processo di intervento e abilitazione.
Le cause di questa “falla” nel processo diagnostico possono essere varie: l’allargamento dei criteri diagnostici, il pregiudizio che l’autismo sia solo un disturbo infantile, la compensazione delle aree deficitarie grazie alle abilità intellettive e verbali non deficitarie in caso di un disturbo lieve.
Purtroppo, la ricerca sui disturbi dello spettro autistico in età adulta non è cosi ricca e ampia come quella che riguarda l’infanzia, sembra però assodato che le caratteristiche tipiche del disturbo (deficit di interazione e comunicazione sociale e comportamenti e interessi ristretti e molto particolari) permangono anche negli adulti e che in età adulta si assista ad una lieve attenuazione dei sintomi di autismo, soprattutto di quelli comportamentali e di quelli connessi a deficit sensoriali.
Non sappiamo però con precisione i risvolti emotivi e psicologici che questo disturbo porta con sé, potrebbe essere che nel caso di un ASD lieve le buone capacità cognitive/intellettive e verbali permettano all’individuo di compensare adeguatamente le aree deficitarie raggiungendo cosi una buona qualità di vita ma potrebbe anche succedere che le difficoltà emergano più fortemente in età adulta quando cominciano ad aumentare le esigenze di autonomia, flessibilità e quando le abilità sociali cominciano a diventare fondamentali per la realizzazione professionale, personale e accademica.
In questi casi, come d’altronde in tutte le situazioni di vita, gioca un importante ruolo il contesto (presenza di fattori sociali, economici, famigliari, etc., protettivi) oltre i fattori personali nel definire la qualità di vita della persona.
È comunque fondamentale, nel caso in cui venga riconosciuta la presenza di autismo, anche lieve in età adulta, intervenire adeguatamente sulla persona e i suoi contesti di vita allo scopo di favorire le autonomie e le abilità funzionali, la capacità di gestire adeguatamente i cambiamenti e le transizioni quotidiane e non, le abilità sociali e di interazione.
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Trovo questa tematica estremamente interessante: andrebbe ulteriormente approfondita. Grazie per aver pubblicato questo articolo.
Grazie! Abbiamo molti articoli sul tema dell’autismo: https://www.psicoterapiascientifica.it/sintomi-cura/autismo/