Centro di Eccellenza per il Disturbo Ossessivo-Compulsivo
Il disturbo ossessivo-compulsivo rappresenta una condizione clinica che colpisce circa l’1,5% della popolazione (APA, 2014). Il DOC viene considerato la decima causa di disabilità dall’Organizzazione Mondiale della Salute e sale al quinto posto tra le persone di età compresa tra i 15 e i 44 anni (OMS, 2018).
Non è facile trovare professionisti formati sul trattamento del Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o di altri disturbi dello spettro ossessivo (ad es., dismorfofobia e tricotillomania). Noi ci occupiamo del disturbo ossessivo-compulsivo dal 1979.
"Ho sempre avuto paura a parlare di questi pensieri perché so che alla fine sono irrazionali. Sembrano paure stupide, di quelle che ti aspetti da un bambino al massimo, eppure mi stavano rovinando la vita. Ero arrivato a perdere ore ogni giorno per lavarmi e pulire ciò che veniva contaminato. Per non parlare dello stress in famiglia e al lavoro dove comunque non potevo tenere tutto sotto controllo. Vivevo con delle "zone sporche" e delle "zone pulite" a casa e guai se mia moglie o mio figlio iniziavano a toccare le zone sporche. Solo quando ho iniziato a stare meglio mi sono accorto che non ero più ibero, vivevo solo in funzione del DOC"
- Marco
Centro di Eccellenza per il Disturbo ossessivo compulsivo
Il Centro di Eccellenza per il Disturbo Ossessivo Compulsivo riunisce psicologi psicoterapeuti che si interessano di ricerca e clinica sull'ansia sociale e i problemi correlati. Lo scopo del Centro è di fornire i migliori trattamenti disponibili a chi è in cerca di una cura specifica per questo problema.
Come in medicina, anche per la salute mentale ogni problema viene affrontato in modo migliore dagli interventi che sono stati sviluppati apposta per quello specifico disturbo.
Le terapie più efficaci per determinate condizioni vengono dette evidence-based. Questo significa che la loro efficacia è dimostrata dalla ricerca scientifica internazionale e non dalla parola del clinico che le pratica. Gruppi di ricercatori indipendenti hanno messo alla prova diversi interventi: i più efficaci sono quelli che vantano la definizione di evidence-based ovvero "basato sulle prove".
La terapia evidence-based per il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è rappresentata dalla terapia cognitiva e comportamentale (TCC). Però non una terapia cognitiva e comportamentale di qualsiasi tipo ma uno specifico intervento di TCC basato sull'esposizione con prevenzione della risposta con ristrutturazione cognitiva.
Si tratta quindi di una psicoterapia che è stata specificamente sviluppata per trattare il DOC. Questo è un aspetto importante che vale la pena sottolineare. Oramai Infatti il termine "cognitivo e comportamentale" viene abusato da professionisti che non utilizzano o non conoscono questi approcci specifici.
Si tratta quindi di uno specifico approccio che si basa su modelli scientifici condivisi a livello internazionale sul funzionamento del disturbo ossessivo compulsivo. Quindi un insieme di tecniche e procedure sviluppate apposta per intervenire sui fattori che causano e mantengono il disturbo. Questi sono gli interventi la cui efficacia è stata dimostrata dalla ricerca internazionale.
Le cause del disturbo ossessivo-compulsivo
Adesso spiegheremo nel dettaglio i modelli che vengono utilizzati per comprendere e intervenire sul disturbo ossessivo-compulsivo. Se non ti sono chiari non ti preoccupare, è normale. Si tratta di materie tecniche. Questi modelli orientano il clinico verso il suo lavoro, ma la psicoterapia non prevede di dovere capire questi meccanismi. Se stai pensando di iniziare una terapia ti verra spiegato in maniera chiara sul tuo caso specifico ciò che devi sapere.
Come nasce il disturbo ossessivo-compulsivo
- Una tendenza a essere inibiti in infanzia (inibizione comportamentale)
- Una marcata tendenza a provare emozioni negative (emotività negativa)
- Abuso fisico o sessuale
- Eventi traumatici
- Infezioni o eventi autoimmuni (ad es., PANDAS, infezione da streptococco)
- Trascuratezza in infanzia (per la dismorfofobia)
Vi sono poi delle vulnerabilità maggiormente specifiche per il DOC che riguardano le credenze della persona. Ovvero i modi di pensare, gli atteggiamenti verso le circostanze di vita e le £regole mentali" che guidano il suo pensiero. Tra questi atteggiamenti mentali troviamo:
- Eccessivo senso di responsabilità
- Perfezionismo
- Sovrastima del pericolo
- Eccessiva importanza attribuita ai pensieri
- Tendenza a controllare il pensiero
Fattore scatenante: a un certo punto un incidente critico porta allo sviluppo del disturbo. A volte possono essere più incidenti e non sono sempre identificabili. Molto spesso possono essere degli eventi stressanti da difficoltà a scuola, al matrimonio alla nascita di un figlio.
Il DOC solitamente inizia attorno ai 14 anni oppure nella prima età adulta. Può iniziare in diversi modi:
- Con un esordio graduale nel tempo
- Con un esordio improvviso da subito
Dopo l'esordio del disturbo questo può evolvere in diversi modi:
- Può avere un andamento cronico (sempre uguale o peggiorare)
- Può avere un andamento fluttuante (a periodi migliori e in altri peggiora)
- Può esserci una remissione spontanea (il disturbo può sparire da solo, è l'ipotesi meno probabile)
Una volta che c'è stato l'esordio del problema alcune circostanze di vita stressanti possono diventare dei fattori esacerbanti ovvero peggiorare la gravità del DOC.
Nel tempo può capitare anche che la presenza del DOC provochi un disturbo depressivo secondario. La vita con le ossessioni non è facile è può causare sintomi depressivi più o meno gravi.
Le credenze del disturbo ossessivo-compulsivo
Un elemento importante nella nascita e nel mantenimento del DOC è rappresentato dalle credenze. Le credenze sono quelle aspettative, quelle regole e opinioni che ci siamo fatti su di noi, sul mondo e sugli altri. Le credenze non sono sempre consapevoli ma guidano il nostro pensiero e il modo in cui reagiamo alle situazioni.
Le credenze che possono dare origine e mantenere il disturbo ossessivo-compulsivo sono:
1. Eccessiva importanza attribuita ai pensieri
Se penso che i pensieri siano dei "prodotti di scarto" del cervello da non prendere troppo sul serio non reagisco alle intrusioni. Se invece credo che ciò che penso dica chi sono veramente, se faccio pensieri "brutti", "cattivi" o "omosessuali" significa che sono rispettivamente una brutta persona, cattivo o gay. Se penso "sarebbe bello fare una rapina in banca e vivere di rendita" non prendo questo pensiero sul serio e non lo vivo come un fatto. Non vado a costituirmi dai carabinieri e non mi considero un ladro. Chi soffre di DOC non riesce a prendere le distanze da alcuni dei suoi pensieri e li prende troppo sul serio.
2. Tendenza a controllare i pensieri
Chi soffre di DOC a volta crede che la mente umana sia come un computer. Che le persone debbano avere il controllo completo sulla loro mente e sui loro pensieri. Purtroppo non è così. Quello che succede invece è che chi condivide questa credenza cercherà in tutti i modi di controllare i propri pensieri. Entrerà in un gioco perverso che moltiplicherà le ossessioni come chi cerca di "non pensare all'elefante rosa".
3. Eccessivo senso di responsabilità
La responsabilità rappresenta una lente deformante che rende i pensieri spesso intollerabili. Così che davanti al dubbio di "non essersi lavato le mani" la persona si sente già responsabile della morte della famiglia che potrebbe contaminare. Oppure chi torna indietro a controllare di non aver investito nessuno si sente un pirata della strada che ha ucciso qualche innocente. Chi soffre di DOC spesso non è solo responsabile di ciò che commette, ma anche di tutto ciò che anche se non è colpa sua avrebbe potuto evitare.
4. Tendenza a sovrastimare i pericoli
A tutti capita di viaggiare in automobile e vi sono molte persone ogni anno che perdono la vita in incidenti stradali. La specie umana si è trovata d'accordo sul fatto che i benefici di spostarsi in auto sono superiore al rischio molto poco probabile di rimanere uccisi. Chi soffre di DOC è come se avesse degli "occhiali colorati" che tingono le paure e i dubbi rendendoli molto più probabili di quanto non lo siano. Siccome lo penso allora può succedere - anzi è probabile. Le sventure non vengono sovrastimate riguardo a quanto sono probabili ma anche nella loro effettiva gravità. Così che la signora che teme di urtare un pedone in bicicletta non pensa a un livido o a una gamba rotta ma a gettarla sotto al tram dove morirà schiacciata tra atroci sofferenze. Chi esce di casa per andare al lavoro e ritorna a controllare di aver chiuso l'acqua teme di allagare il palazzo, chi lava le mani pensa alla morte per cancro e chi evita i coltelli teme di pugnalare la famiglia alla gola.
5. Intolleranza dell'incertezza
Una caratteristica che rende a rischio di sviluppare il DOC è l'incapacità di tollerare incertezza. A volte una persona può anche essere quasi convinta di avere il dubbio di non aver chiuso i finestrini dell'automobile o credere che alla fine sia improbabile aver investito qualcuno, però vuole la certezza. Quindi una persona può essere costretta a lavarsi finché non "sente" che è veramente pulito, a ricontrollare di aver chiuso una porta ripetutamente o a rileggere dei documenti per ore per arrivare alla certezza che vuole che è di fatto spesso impossibile.
6. Perfezionismo patologico
L'ultimo aspetto importante riguarda i perfezionismo e quindi delle aspettative eccessive, solitamente verso se stesso. La persona può applicare degli standard irrealistici al suo comportamento, al lavoro o all'etica. In questo modo una persona può ritrovarsi a vivere in un mondo in cui o ci che fa è "perfetto" o non va bene. Dove solo avere un pensiero "impuro" porta alla dannazione o a perdere l'anima.
Queste credenze si sviluppano dalle esperienze di vita, un ruolo importante viene dato dall'educazione ricevuta in famiglia, dal ruolo di modelli dei genitori e dalla prime esperienze. Questo può portare a sviluppare delle credenze rigide come quelle che abbiamo visto.
Vi sono anche altri fattori oltre queste credenze che possono rendere vulnerabili al disturbo.
A un certo punto uno o più incidenti o situazioni critiche agiscono come fattore scatenante che provoca l'esordio del disturbo.
Il funzionamento del disturbo ossessivo-compulsivo
Secondo il modello di riferimento vi sono alcune caratteristiche comuni a chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo che vedremo qui di seguito:
- Presenza di intrusioni frequenti e disturbanti. Le intrusioni sono pensieri, immagini, dubbi o impulsi che si presentano contro la volontà della persona. Possono insorgere in reazione a una situazione (ad es., toccare una maniglia) o comparire spontaneamente.
- Interpretazione di questa intrusione alla luce delle proprie credenze, alcune tra quelle spiegate prima. È qui che l'intrusione viene amplificata, provocando ansia e disagio e diventando una vera e propria ossessione. Un'intrusione potrebbe essere anche un pensiero come "dovevo chiamare Chiara" ma per molte persone questo pensiero avrebbe breve vita e verrebbe presto dimenticato. Alcune intrusioni come "potrei essere contaminato" possono invece diventare ossessioni di lunga durata, impossibili da dimenticare.
- In reazione a questi pensieri ci sono delle reazioni emotive (ansia, disagio, colpa) e delle azioni messe in atto per gestire i dubbi e l'ansia. Inoltre la persona inizia a prestare attenzione a ogni pensiero che passa per la mente o ogni elemento nell'ambiente che può dare informazioni sul suo dubbio (bias di attenzione; ad es., passare in rassegna la posizione degli oggetti, se sono stati spostati, monitorare cosa toccano gli altri, ecc.).
Le azioni messe in atto per gestire l'ossessione sono:
- neutralizzazioni: ovvero compulsioni, rituali o richieste di rassicurazione che vengono messe in atto dopo che è nato il dubbio o la paura
- comportamenti di sicurezza: comprendono degli evitamenti preventivi delle situazioni che possono provocare ossessioni (come ambienti "contaminati", chiese, ospedali, particolari strade, ecc.), la soppressione del pensiero (cercare di "non pensare") che ha effetti opposti moltiplicando le intrusioni.
Modello del Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Salkovskis
Questo modello non è semplice, vediamo lo stesso meccanismo illustrato da un fiore. Il pistillo rappresenta un'ossessione e i vari petali sono azioni o modi di pensare che vengono utilizzate per gestire l'ossessione. Purtroppo però queste reazioni (i petali) mantengono le ossessioni nel tempo e aumentano la frequenza delle intrusioni.
Insomma si tratta di un circolo vizioso che se anche a volte funziona nel breve termine, ha effetti molto negativi sul lungo periodo. Un po' come le sostanze stupefacenti, nessuno può negare che come strategia a breve termine per gestire l'ansia funzionino male.
Se il dubbio è "potrei essere contaminato" potrei lavare la mani come compulsione, ma a livello mentale cercherò di "non pensarci" questo meccanismo molto comune viene detto di soppressione del pensiero e provoca altri pensieri. Altri comportamenti comuni sono quelli di chiedere rassicurazioni. L'attenzione verrà spostata a monitorare maggiormente cosa stai toccando e a eventuale contaminazione presente nell'ambiente. Quando inizi però a cercare qualcosa, finisce che la trovi e quindi puoi diventare consapevole di altri fonti di preoccupazione che magari prima ignoravi.
Chi siamo
Prof. Ezio Sanavio
Prof. Ezio Sanavio, psicologo psicoterapeuta, Professore Ordinario di Psicologia Clinica presso l’Università di Padova, direttore di Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale (Italian Journal of Cognitive and Behavioural Psychotherapy) e dell’Istituto di Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale. Ideatore del Padua Inventory (Sanavio, 1988) questionario utilizzato in tutto il mondo per la valutazione del disturbo ossessivo-compulsivo. Ha scritto diversi volumi, è autore di
Dott. Francesco Sanavio
Psicologo e psicoterapeuta, laureato all'Università San Raffaele di Milano. Psicoterapeuta presso la ULSS 16, membro del Direttivo Nazionale FeDerSerD e docente della Scuola di Sanità Pubblica. Socio fondatore e responsabile scientifico di Convforth SRL - Conversation for Therapy. Si è occupato di disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo con l'International OCD Foundation a New York (Stati Uniti) presso il Bio Behavioral Institute di New York (Stati Uniti), si è occupato di clinica e ricerca sul disturbo da dismorfismo corpore (dismorfofobia) con la Hofstra University di New York. È autore di 4 libri e diversi articoli scientifici.
Il Dott. Sanavio ospite a MYR su La5 con il Prof. Santo Mercuri, primario dell’Unità di Dermatologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano.
Dott. Davide Berardi
Psicologo psicoterapeuta. Si è occupato di disturbi d’ansia, dello spettro ossessivo-compulsivo e dell’umore presso l’Istituto di Neuroscienze. Dal 2012 svolge attività di ricerca su disturbi d’ansia e dello spettro ossessivo-compulsivo, con un particolare approfondimento sulla prospettiva multiculturale e religiosa.
Vuoi chiedere aiuto?
1
Fissa una visita dal vivo o in videoconferenza per valutare il tuo caso.
2
Il primo vero lavoro è svolgere un assessment, ovvero una valutazione psicologica completa per capire meglio il tuo caso e il tuo problema.
3
Iniziamo con una psicoterapia se è indicata per il tuo caso e se vi è un comune accordo sugli obiettivi e le modalità di lavoro.
Di che cosa ci occupiamo
- Valutazione psicologica: la valutazione psicologica (assessment) non è la sola diagnosi. Il termine “disturbo ossessivo-compulsivo” è un’etichetta che può identificare disturbi estremamente differenti tra di loro in persone che a loro volta sono molto diverse l’una dall’altra. L’assessment serve per andare oltre alla sola diagnosi e a capire quali sono i fattori che hanno portato allo sviluppo del problema e che lo mantengono oltre ad altri aspetti psicologici che possono influire sul disturbo e sulla vita della persona. Da questa valutazione si riesce a impostare un trattamento efficace per la cura del disturbo.
Approfondimento: Assessment
- Psicoterapia: offriamo psicoterapie evidence-based per il disturbo ossessivo compulsivo. Le psicoterapie evidence-based sono quelle che sono dimostrate efficaci alla luce dei risultati della ricerca scientifica internazionale.
Approfondimento: Psicoterapia per il disturbo ossessivo-compulsivo
- Trattamento intensivo: uno degli aspetti che incide nel successo della terapia è la sua dose. Nel caso della psicoterapia la dose è rappresentata dalle ore di trattamento. Il nostro gruppo è stato tra i primi sul territorio nazionale a offrire trattamenti intensivi.
Approfondimento: Trattamento intensivo
- Ricerca scientifica: il nostro staff è dedito a collaborazioni con diverse Università e Istituzioni a livello nazionale e internazionale per la conduzione di attività di ricerca in ambiti connessi alla comprensione, alla valutazione e al trattamento dei disturbi ossessivi.
Dove siamo
La nostra sede principale è in via De Amicis, 5 - 35123 Padova. La fermata del tram più vicina è Diaz e dista 140 metri.
Servizi offerti
- Valutazione psicologica (assessment)
- Psicoterapia per il disturbo ossessivo-compulsivo
- Trattamento intensivo
- Consulenze per i familiari di persone che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo
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Bibliografia
- American Psychiatric Association. (2014). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM–5. Raffaello Cortina Editore.
- OCDUK. (2018). World Health Organisation and OCD. https://www.ocduk.org/ocd/world-health-organisation/
- Sanavio, E. (1988). Obsessions and compulsions: the Padua Inventory. Behaviour research and therapy, 26, 169-177.