Come superare un lutto

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Quando subiamo la perdita di una persona cara, sembra che il mondo ci crolli addosso. Confusione, dolore, sconforto, paura, sono solo alcune delle emozioni che ci assalgono. Accanto alle emozioni, ci ritroviamo a pensare: “come posso affrontare tutto questo?”, “passerà mai questo dolore?” e ancora “come si elabora un lutto?”.

Il lutto è un momento difficile che si presenta nella vita di ognuno di noi. Alcune reazioni al lutto sono normali ma a volte possono diventare patologiche. 

In questo articolo proviamo a fornire elementi per capire cosa significa superare un lutto, sia dal punto di vista dell’adulto che del bambino. 

Il lutto e il dolore da lutto

Possiamo definire il lutto come la perdita di un oggetto a noi caro, nel suo significato più ampio. Con “oggetto” ci riferiamo sia ad una persona amata, che ad un animale da compagnia, piuttosto che ad un fallimento personale, all’abbandono di un luogo, e così via. Il lutto è un processo complesso, che include processi psicologici interni, processi di adattamento dei membri della famiglia alla nuova condizione e cambiamenti delle circostanze esterne (come cambiamenti nelle altre relazioni e condizioni di vita). 

Al lutto segue inevitabilmente una forma di dolore che prende appunto il nome di “dolore da lutto” (grief), caratterizzato da una complessa configurazione di adattamenti cognitivi, emotivi e sociali dopo la perdita. La maggior parte degli individui si ritrova a metabolizzare un lutto in modo efficace, ma questo non significa che ciò avvenga senza difficoltà. Nella fase acuta si possono sperimentare una serie di emozioni spesso ambivalenti, le quali possono sovrapporsi e alternarsi tra loro senza un ordine preciso. Tra le principali troviamo: 

  • anestesia emotiva, shock e negazione
  • tristezza e senso di vuoto
  • senso di perdita, senso di colpa, rabbia e rimorso
  • ansia, paura e depressione
  • depersonalizzazione
  • sensazione di essere “sovrastati” dalle emozioni

Come affrontare un lutto?

Stroebe (2001) illustra come oggi si tendano a considerare tre principali aspetti nell’approccio al lutto: 

  1. Consequences: tutte le implicazioni per la salute mentale e fisica della persona che subisce un lutto
  2. Coping:  questo termine fa riferimento alle strategie di coping, ovvero alle modalità e ai processi utilizzate per superare il lutto
  3. Care: livello di cura e accudimento percepiti dal soggetto

Sempre lo stesso autore, in collaborazione con Schut (1999), costruisce un modello per la comprensione delle strategie, adattive e non, che si attivano subito dopo il lutto. Gli autori provano ad indagare come e se le persone adottano strategie adattive che permettano di superare l’evento traumatico senza incorrere nel lutto patologico. Secondo Stroebe e Schut le persone oscillerebbero e alternerebbero l’attivazione di due strategie: 

  1. strategie loss-oriented: l’insieme delle strategie utili all’elaborazione della perdita; 
  2. strategie restoration-oriented: strategie per la ricostruzione del contesto di vita. 

Il lutto si considera superato nel momento in cui entrambi questi ambiti sono soddisfatti in maniera adattiva. 

Precedentemente anche Lazarus e Folkman (1984), nella loro “Cognitive Stress Theory”, definiscono il lutto come uno stressor, ovvero come un evento di vita che richiede quantità  di energia superiori al normale per il fronteggiamento dell’evento, e che mette in pericolo la salute dell’individuo. Gli autori individuano alcune strategie utili per superare un lutto: 

  • strategie orientate al problema VS strategie orientate alle emozioni: si tratta di strategie con diverso focus, entrambe però utili in differenti fasi dell’elaborazione

  • confronto VS evitamento: da un lato il confronto diretto con tutte le implicazioni derivanti dalla perdita, dall’altro l’evitamento di determinati pensieri, emozioni e azioni ritenute dannose per un efficace processo di elaborazione. Anche in questo caso, se messe in campo nel momento giusto, entrambe le strategie possono essere efficaci 

Come superare un lutto in famiglia?

Come dicevamo l’elaborazione del lutto è un processo complesso, che comprende sia elementi psicologici interni, che nuovi adattamenti del contesto esterno all’individuo. Il contesto che maggiormente risente del cambiamento è indubbiamente la famiglia. Ogni componente si ritroverà a lavorare su se stesso per affrontare le emozioni e i pensieri che lo travolgono, e al contempo dovrà ricercare attivamente un nuovo equilibrio familiare. 

Tra i fattori di rischio per lo sviluppo della psicopatologia da lutto complicato, troviamo peraltro una serie di fattori concernenti la famiglia, tra i quali l’esperienza di legame positivo o lo stretto legame con la persona defunta. Ciò significa che se perdiamo un membro della famiglia, abbiamo più probabilità di elaborare in tempi più lunghi e con maggiori difficoltà il lutto stesso. 

Tra i componenti della famiglia sono indubbiamente i bambini quelli a cui dover prestare maggiori attenzioni. A differenza degli adulti, infatti, un bambino non ha ancora vissuto l’esperienza del lutto in generale, né tantomeno la possibilità di sopravvivenza ad una figura di attaccamento (più comunemente uno dei due genitori). Questo sconvolge il sistema familiare del bambino, il quale non sempre ha tutti gli strumenti cognitivi, linguistici ed emotivi per superare il lutto adeguatamente. 

Sotto i 5 anni il bambino non è in grado di comprendere il concetto di morte come evento definitivo, tra i 5 e i 10 c’è una graduale comprensione che necessità però di elementi concreti di supporto (come disegni, rituali, visite al cimitero), dai 10 anni invece c’è una maggiore comprensione della morte come evento universale e irreversibile. 

Pur essendoci dei punti in comune con le reazioni al lutto degli adulti, le manifestazioni del bambino comprendono una varietà di emozioni e comportamenti propri dell’età evolutiva, tra le quali: 

  • protesta
  • tristezza e ritiro emotivo: tendenza ad avere atteggiamenti più ritirati e letargici, con diminuito interesse verso ciò che prima lo attraeva
  • proiezione verso il ricongiungimento con il genitore: domande sporadiche, richieste che le cose vengano fatte esattamente come le faceva il genitore defunto
  • malesseri fisici
  • intensificazione delle comuni ansie dello sviluppo
  • rabbia, problemi scolastici e senso di colpa
  • difficoltà nel sonno e nell’addormentamento
  • regressione nel funzionamento: i bambini possono perdere autonomie precedentemente conquistate

Una variabile che influenza fortemente l’esperienza del lutto e la sua elaborazione, sia per adulti che per bambini, è il “tipo di morte”: quando la morte è improvvisa o brutale, il processo di elaborazione potrebbe risultare più complesso e duraturo. 

Cosa fare per superare un lutto

Alla luce di tutto ciò ci chiediamo: come superare un lutto, specialmente se improvviso, che avviene in famiglia e coinvolge dei bambini?

Un aiuto valido in questi casi è la psicoterapia. Nel caso specifico della psicoterapia cognitiva e comportamentale il primo passo è la narrazione dell’evento, che risulta di per sé terapeutica. A questo segue una fase nella quale il terapeuta aiuta il paziente ad affrontare i sentimenti, spesso ambivalenti, che si provano nei confronti della persona perduta. Successivamente il paziente viene aiutato a ricordare positivamente la persona amata, anche tramite l’introduzione di rituali e celebrazioni. Infine si procede con il provare a ridefinire i rapporti con il defunto, accettando che egli non è più tra noi, per poter ricominciare a spendere le proprie energie in nuove relazioni positive. 

Se per l’adulto la richiesta di aiuto dipende da una serie di elementi, il bambino che vive la perdita di una figura di riferimento va sempre aiutato nel percorso di elaborazione. E’ consigliabile dunque una valutazione psicologica, che permetta di capire il funzionamento psicologico del minore e strutturare un intervento ad hoc. Tramite l’utilizzo del gioco simbolico, dei disegni, di storie e racconti, il bambino verrà aiutato ad elaborare efficacemente il lutto. In linea generale, all’interno del nucleo familiare, sarà importante: 

  • ascoltare attivamente il bambino, che molte volte desidererà raccontare la propria storia
  • rispondere a tutte le domande, dicendo sempre la verità. Mentire sulle cause della morte complica solamente il lutto e insinua nel minore dubbio e sfiducia. Inoltre è buona cosa utilizzare termini concreti: “morto” è meglio di “se ne è andato”
  • mantenere le vecchie abitudini in casa il più possibile invariate, per evitare ulteriori cambiamenti, seppur piccoli, che possono essere destabilizzanti: pasti, addormentamento, piccole routine; 
  • ricordare positivamente il defunto, con rituali, celebrazioni, visite al cimitero
  • dare la possibilità al bambino di scegliere, ad esempio i fiori per la cerimonia: questo lo aiuterà a ristabilire il senso di controllo perso a seguito del decesso
  • aspettarsi e incoraggiare tutti i tipi di reazione: i bambini in età scolare potrebbero fare domande più dettagliate sulla morte ai familiari, gli adolescenti potrebbero ricercare invece un maggior supporto nei coetanei

Approfondimento: Psicoterapia

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Bibliografia

  • Lazarus R., S., & Folkman, S. (1984). Stress, appraisal and coping. Springer.
  • Stroebe, M., & Schut, H. (1999). The dual process model of coping with bereavement: Rationale and description. Death Studies, 23(3), 197–224.
  • Stroebe, M. S., Hansson, R. O., Stroebe, W., & Schut, H. (Eds.). (2001). Handbook of bereavement research: Consequences, coping, and care. American Psychological Association.

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