La dipendenza affettiva: sintomi, cause e cura

dipendenza affettiva

Alcuni autori (Frascella et al., 2010) hanno suggerito che l'amore romantico possa essere considerato una sorta di dipendenza naturale.

Gli studi condotti utilizzando la risonanza magnetica e osservando le scansioni del cervello hanno mostrato che i sentimenti tipici di un amore romantico intenso coinvolgono regioni del cervello simili a quelle attive nelle situazioni di dipendenza da sostanze (Xu et al., 2011).

Le persone innamorate che subiscono un rifiuto, inoltre, possono mostrare sintomi comuni alle dipendenze da sostanza e comportamentali, quali la tolleranza, la tensione, il cambiamento dell’umore (Fisher et al., 2016).

Queste evidenze relative all’amore romantico, però, non devono farci confondere con quella che viene definita love addiction o dipendenza affettiva.

La dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva, nota anche come love addiction, è un modello disfunzionale di relazione.

Nonostante il termine che la definisce, però, essa non rientra ancora nelle dipendenze senza sostanze o dipendenze comportamentali e non è riportata nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali- DSM 5 (American Psychiatric Association, 2013).

Il sociologo Anthony Giddens (1992) ha descritto tre caratteristiche principali della “love addiction”, caratteristiche che chiariscono la vicinanza fenomenologica di tale disturbo con le dipendenze:

  1. Piacere connesso all’amore, definito anche “ebrezza” è caratteristica che descrive l’euforia percepita in relazione alle reazioni del partner in risposta ai propri comportamenti.

  2. Tolleranza, definita anche “dose”àla percezione di avere sempre più bisogno e necessità di trascorrere del tempo con il partner, limitando e riducendo i contatti con il resto del mondo. E’ come se la persona non riuscisse a mantenere una “presenza interiorizzata”, l’assenza del partner provoca disperazione.

  3. Perdita dell’Io o del sé, percepita unitamente ai sentimenti di vergogna che sono condizionati dalla consapevolezza, in alcuni momenti, di essere intrappolati in una storia disfunzionale.                                 

La dipendenza affettiva è una distorsione relazionale che porta la persona a rinunciare ai propri bisogni e alle proprie esigenze pur di garantirsi la relazione con il partner, rinunciando spesso a se stessa, alla propria individualità e alla propria rete di riferimento.

Il legame è mantenuto a ogni costo per fronteggiare il timore di perdita della relazione.

La dipendenza affettiva non riguarda solo il rapporto con il partner, ma, più in generale, è in relazione al rapporto fra due (o più) figure adulte, quindi anche per quanto riguarda i legami parentali.

Le dipendenze affettive e relazionali si caratterizzano per il desiderio di vicinanza con il partner e di mantenimento della relazione, nonostante la presenza di eventuali conseguenze negative.

Risulta più opportuno parlare di dipendenze affettive, al plurale, in quanto la dipendenza affettiva può assumere diverse forme di seguito elencate.

Oltre al quadro più noto di dipendenza affettiva caratterizzato dall’incapacità di una persona di fare a meno dell’altro, rientra nella categoria, ad esempio, anche la persona che riesce a stare solo con sé stesso ed è ha difficoltà a stare in relazione con altri.

Relazione dipendente: quali e quante forme esistono?

Come anticipato esistono diverse forme di dipendenza emotiva. Vediamole di seguito. 

  • Forma passivo-dipendente: la persona accetta qualsiasi comportamento o umiliazione dal partner, per il timore della separazione e dell’incapacità di sostenerla. Queste persone possono avere difficoltà a sostenere relazioni con partner equilibrati, in grado di dare amore e attenzione, perché non rientrano nelle esperienze precedentemente vissute e negli schemi noti della persona.
  • Codipendenza: la persona con una codipendenza affettiva sviluppa un legame quando sente che un’altra persona ha bisogno di essere aiutata.
  • Aggressivo- dipendente: la persona non subisce forme di manipolazione da parte del partner, ma provoca attivamente sofferenza e umiliazione a questi; in questo caso la dipendenza non è verso il partner nello specifico, ma verso il legame stesso. Temendo la solitudine, il soggetto accetta un partner che non stima ma che da garanzia di continuità della relazione.
  • Controdipendenza: la persona ha contrastato la paura del rifiuto e dell’abbandono evitando i legami intimi.

Dipendenza affettiva: sintomi

Mentre in una relazione affettiva sana e resiliente vi è una condizione di reciprocità e i partner oscillano tra dimensioni di dipendenza e indipendenza offrendo l’uno sostegno all’altro in maniera alternata, in situazioni di dipendenza affettiva vi è uno squilibrio e la persona riesce a stare solo a uno dei due poli di queste dimensioni citate.

La persona potrebbe:

  • avere una rilevante autosvalutazione di se stessa;
  • avere paura dell’abbandono;
  • percepirsi come non meritevole di attenzione e amore;
  • attuare un’idealizzazione del partner (se codipendente, anche idealizzazione di sé come soggetto in grado di dare aiuto);
  • in alcuni casi provare invidia verso il partner;
  • presentare una tendenza all’autosacrificio e rinuncia alle proprie esigenze;
  • in alcune fasi della relazione, esperire una forte rabbia;
  • se codipendente, avere una totale dedizione e cura del partner problematico;
  • se aggressiva-dipendente, provare disprezzo verso il partner. 

Le persone con dipendenza affettiva, infine, potrebbero ritrovarsi in condizioni di isolamento e segregazione, a causa dell’accettazione totale delle richieste del partner e dei tentativi di manipolazione di quest’ultimo.

Dipendenza affettiva: cause

Come per altri problemi di tipo psicologico, non ha molto senso parlare di cause del disturbo.

In maniera più funzionale, si può parlare dei fattori predisponenti che possono essere alla base dello sviluppo di una difficoltà emotiva, di disturbi affettivi o di altre aree del benessere psicologico.

Il maggiore fattore problematico predisponente alla dipendenza affettiva è da ricercare  nello stile di attaccamento che la persona ha sviluppato in età evolutiva nei confronti delle figure genitoriali.

Solitamente nella storia di vita di una persona che soffre di dipendenza affettiva, forma classica per intenderci, è possibile trovare, in età evolutiva, relazioni con madri e genitori problematici o con disturbi psicologici (ad esempio depressione, dipendenze da sostanze, ecc…).

In tali contesti affettivi e ambientali, la persona può avere vissuto situazioni di trascuratezza o addirittura aver dovuto provvedere alla cura di quelle che dovrebbero essere figure di riferimento, attuando un’inversione di ruolo. 

Queste persone, pur di sentire l’attenzione dei genitori, hanno potenzialmente potuto/dovuto rinunciare ad alcuni aspetti del proprio sé, come bisogni e predisposizioni personali, diventando ben presto “adulti in miniatura”.

In tali casi, tendenzialmente, la persona può avere avuto l’impossibilità di strutturare un attaccamento sano nei confronti dei genitori, non avendoli percepiti come “base sicura”, figure di riferimento stabili e continuative.

In questi soggetti è possibile notare alcune caratteristiche di personalità, quali bassa autostima, indecisione, scarso senso di autoefficacia e fiducia negli altri, ricerca di relazioni simbiotiche, timore della perdita… 

Nelle situazioni che definiamo di controdipendenza affettiva, invece, la persona può avere vissuto la relazione con i genitori caratterizzata dal rifiuto, sviluppando l’idea di non poter trovare sostegno da parte degli altri, a partire dagli altri di riferimento, e di non avere aspettative positive in tal senso.

Dipendenza affettiva: cura

Si può, quindi, guarire dalla dipendenza affettiva?

Superare una condizione di dipendenza affettiva è possibile.

Considerata la storia di vita della persona e la coazione a ripetere le situazioni relazionali disfunzionali precedenti è difficile che la persona riesca autonomamente a interrompere e spezzare i propri schemi.

È importante, quindi, che la persona si rivolga a un professionista e che si impegni in un percorso clinico terapeutico programmato per raggiungere obiettivi focalizzati su aspetti del presente, ma anche aspetti più intimi e profondi per andare in direzione di un’elaborazione dei vissuti di abbandono e perdita che si sono formati nelle relazioni precoci.

In un altro articolo saranno fornite maggiori indicazioni e consigli sui percorsi da intraprendere per uscire da una dipendenza affettiva.

Approfondimento: Psicoterapia

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Bibliografia

  • American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders (DSM-5) (5th ed.). American Psychiatric Publishing.
  •  Fisher, H. E., Xu, X., Aron, A., & Brown, L. L. (2016). Intense, passionate, romantic love: a natural addiction? How the fields that investigate romance and substance abuse can inform each other. Frontiers in psychology, 7, 687.
  •  Frascella, J., Potenza, M. N., Brown, L. L., & Childress, A. R. (2010). Shared brain vulnerabilities open the way for nonsubstance addictions: carving addiction at a new joint? Annals of the New York Academy of Sciences, 1187(1), 294-315.
  •  Giddens, A. (1992). The Transformation of Intimacy: Sexuality, Love and Eroticism in Modern Societies. Polity Press.
  •  Xu, X., Aron, A., Brown, L., Cao, G., Feng, T., & Weng, X. (2011). Reward and motivation systems: A brain mapping study of early‐stage intense romantic love in Chinese participants. Human brain mapping, 32(2), 249-257.

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