La dipendenza sessuale, nota anche come ipersessualità o dipendenza dal sesso (in inglese sex addiction), è una dipendenza comportamentale, ossia una dipendenza il cui oggetto riguarda comportamenti socialmente accettati o non patologici di per sé, ma che assumono valenza patologica nel momento in cui incidono sul funzionamento della persona.
La dipendenza da sesso o l’ipersessualità è un disturbo caratterizzato da una eccitazione sessuale ricorrente e intensa, che si manifesta attraverso fantasie, desideri o comportamenti sessuali, da cui ne conseguono una dipendenza dall’ideazione sessuale o dall’attività sessuale, simile alla dipendenza dalle sostanze, dall’alcol o dal gioco d’azzardo (Cantelmi & Lambiase, 2015).
Dipendenza sessuale: sintomi
Abbiamo visto in termini generali il significato di dipendenza sessuale, ma come riconoscerla?
La persona che soffre di ipersessualità viene descritta spesso come "sesso dipendente".
È importante precisare, però, che il sesso compulsivo non è l’unico e solo elemento che può caratterizzare tale condizione; la variabilità è elevata e bisogna, infatti, precisare il tipo o i tipi di comportamenti che caratterizzano prevalentemente la persona affetta da sex addiction (masturbazione, pornografia, comportamenti sessuali con adulti consenzienti, sesso telefonico, strip club o altro).
L’individuo affetto da dipendenza da sesso impiega una quantità di tempo eccessiva dedicata alle fantasie e agli impulsi sessuali e trascorre molto tempo pianificando o agendo comportamenti sessuali.
Per definire la parola “eccessiva” può essere utile rifarsi alla definizione di un autore che ha studiato approfonditamente questo fenomeno, ossia "Il tempo utilizzato dalle fantasie, dagli impulsi e dai comportamenti sessuali interferisce ripetutamente con altri obiettivi, attività e obblighi importanti (non sessuali)" (Kafka, 2010).
Il comportamento di pianificazione e ricerca per la persona può diventare la strategia utile per gestire lo stress, l’ansia, i problemi e gli stati di umore disforici, in maniera più o meno consapevole. Tale comportamento è difficilmente gestibile nonostante i rischi di danni fisici o emotivi, per sé o per gli altri, e i problemi sociali e occupazionali che ne conseguono.
Le fantasie, inizialmente utili per regolare gli stati emotivi negativi, diventano gradualmente pensieri frequenti e spontanei, e la persona sente di perdere il controllo su questi.
Si può parlare di dipendenza in quanto i comportamenti della persona sembrano essere caratterizzati da sforzi ripetuti e fallimentari di controllare o ridurre significativamente queste fantasie, impulsi o comportamenti sessuali.
Al pari di altre dipendenze, coloro che soffrono di dipendenza sessuale, sentono di doversi impegnare in misura sempre maggiore in comportamenti sessuali per ottenere la stessa attivazione e gratificazione.
La dipendenza da sesso, quindi, non definisce situazioni in cui vi è un elevato numero di rapporti sessuali o intensa attività sessuale di altro tipo; la caratteristica principale di tale disturbo è la perdita di controllo e l’incapacità di poter scegliere se attuare o meno un dato comportamento in ambito sessuale.
Dipendenza sessuali: cause
In ambito psicologico è sempre molto complesso definire le cause alla base di un disturbo.
Tendenzialmente, infatti, per numerosi disturbi è possibile riconoscere la presenza di diversi fattori predisponenti, scatenanti e mantenimento, spesso frutto di una convergenza tra cause biologiche, psicologiche e ambientali.
Numerose, quindi, sono le ipotesi formulate per descrivere l’eziologia di tale disturbo.
Tra quelle più recenti troviamo l’ipotesi di un gruppo di lavoro (Banducci et al., 2014), che ipotizza che le persone che mettono in atto comportamenti sessualmente compulsivi potrebbero essere più responsivi agli stimoli sessuali perché più «sessualmente condizionabili».
Altre ipotesi ipotizzano l’esistenza di un trauma o esposizione precoce alla sfera sessuale in età evolutiva.
A ogni modo, trattandosi di dipendenza, è possibile ipotizzare anche una vulnerabilità neurobiologica e alterazioni della chimica del cervello nelle persone che sviluppano tale dipendenza.
Non sono chiare differenze nella diffusione della dipendenza sessuale per quanto riguarda il genere.
Quando parliamo di dipendenza sessuale maschile, però, è importante segnalare l’ampia diffusione della dipendenza da cybersesso tra questi, un'attività sessuale messa in atto tramite l’ausilio della tecnologia digitale.
La diffusione del cybersesso varia tra il 4,9% e il 12,9%, per gli uomini e tra l’1,8% e il 4,9% per le donne (Wery & Billieux, 2017).
Gli uomini, infatti, tendono a sperimentare più craving e a essere più focalizzati sulla ricerca di materiale di tipo visivo e ad attività solitarie, mentre le donne ad attività di natura interpersonale.
Dipendenza sessuale: cura
Il disturbo da Ipersessualità o da dipendenza da sesso può essere trattato con una psicoterapia.
Un trattamento adeguato potrebbe essere quello ad orientamento cognitivo comportamentale, basato su colloqui e determinazione degli obiettivi terapeutici.
In tale percorso di psicoterapia è possibile allenare strategie per raggiungere tali obiettivi e acquisire tecniche specifiche per svolgere alcuni compiti concordati con il terapeuta.
Durante tale percorso si persegue l’obiettivo di modificare i pensieri negativi disfunzionali che conducono al comportamento di addiction e di apprendere strategie utili alla gestione del craving e delle emozioni negative che solitamente condizionano la ricerca e l’attuazione del comportamento sessuale.
Nell’ambito di una psicoterapia cognitiva e comportamentale una parte dell’intervento sarà dedicato alla prevenzione delle ricadute, elementi quasi inevitabili.
Unitamente a quanto detto l’intervento potrà basarsi anche su obiettivi quali stabilire uno stile sessuale più sano, facendo in modo di aiutare la persona e fare integrare la sessualità all’interno di una relazione sessuale più duratura.
Gli interventi di trattamento per il la dipendenza da sesso richiedono ulteriori ricerche. Pochi studi hanno valutato efficacia e tollerabilità di specifici farmaci (Grant et al., 2009)) e di psicoterapie (Hardy, 2010) per trattare l’ipersessualità.
Attualmente sembrerebbe che anche la terapia dialettico-comportamentale, la mindfulness, la terapia metacognitiva o gli interventi di gruppo o integrati potrebbero essere efficaci per questo tipo di dipendenza.
Approfondimento: Psicoterapia
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Bibliografia
- Banducci, A. N., Hoffman, E. M., Lejuez, C. W., & Koenen, K. C. (2014). The impact of childhood abuse on inpatient substance users: Specific links with risky sex, aggression, and emotion dysregulation. Child abuse & neglect, 38(5), 928-938.
- Cantelmi, T., & Lambiase, E. (2015, September 22). Schiavi del sesso. http://www.toninocantelmi.it/userfiles/libri/schiavi%20del%20sesso%20cantelmi%20lambiase%20presentazione%20e%20indice%20.pdf
- Grant, J. E., Kim, S. W., & Odlaug, B. L. (2009). A double-blind, placebo-controlled study of the opiate antagonist, naltrexone, in the treatment of kleptomania. Biological psychiatry, 65(7), 600-606.
- Hardy, S. A., Ruchty, J., Hull, T. D., & Hyde, R. (2010). A preliminary study of an online psychoeducational program for hypersexuality. Sexual Addiction & Compulsivity, 17(4), 247-269.
- Kafka, M. P. (2010). Hypersexual disorder: A proposed diagnosis for DSM-V. Archives of sexual behavior, 39(2), 377-400.
- Wéry, A., & Billieux, J. (2017). Problematic cybersex: Conceptualization, assessment, and treatment. Addictive behaviors, 64, 238-246.