Distorsioni cognitive

Le distorsioni cognitive (Beck,1978; Beck, 1984; Beck 1987; Beck, 2002) sono state identificate in principio nei pazienti che soffrivano di depressione e sono successivamente state estese al pensiero in generale. Queste distorsioni rappresentano degli stili di pensiero caratterizzati errori sistematici nel ragionamento che distorcono la realtà e il suo significato rendendolo aderente alle credenze e agli schemi del paziente.

Il paziente allenato a vedere queste distorsioni e le loro regolarità o che si stia aiutando tramite la compilazione di un diario può percepire quando cade in questi errori di pensiero e riuscire a osservarli come pensieri disfunzionali da mettere alla prova.

Deduzione arbitraria: è il processo di inferire una conclusioni su un evento in mancanza delle prove necessarie o in contraddizione alle prove a disposizione.

Pensiero dicotomico (o bianco e nero, tutto e nulla): è una tendenza a semplificare variabili continue in variabili dicotomiche, ad esempio, alto/basso, bianco/nero e giusto/sbagliato.

Astrazione selettiva: è il meccanismo, guidato dall’attenzione, di focalizzarsi su un solo aspetto si una situazione e di utilizzarlo per trarre delle conclusioni.

Ipergeneralizzazione: è un errore di ragionamento induttivo che arriva a formulare una regola a partire da pochi eventi isolati o casi specifici.

Ingigantire o minimizzare: queste distorsioni funzionano come degli amplificatori che portano a valutazioni quantitativamente eccessive in un senso o nell’altro.

Personalizzazione: è la tendenza a pensare che ciò che succede nell’ambiente abbia un significato in relazione a sé (ad es., in presenza che una persona che è la prima volta che vedo e credo sia scortese nei miei confronti, pensare che “ce l’abbia con me”).

Catastrofizzazione: comporta la predizione di eventi negativi nel futuro, solitamente immaginati come esiti più probabili e di maggiore gravità. Questa distorsione è tipica dell’ansia.

Sminuire il positivo: è la tendenza a svalutare gli aspetti positivi, solitamente delle proprie azioni.

Etichettamento: è l’attitudine a porre etichette verbali rigide e globali a sé stessi e agli altri che riducono la persona a una sola caratteristica pervasiva come “buono”, “perdente” o “stronzo”.

Lettura del pensiero: la tendenza a convincersi di sapere ciò che pensano gli altri e a interpretare eccessivamente il loro comportamento. È una distorsione caratteristica dell’ansia sociale ma anche dell’ideazione paranoide.

Doverizzazioni: rappresentano la declinazione delle “regole” che guidano le aspettative che abbiamo su di noi, sugli altri e sul mondo. Rappresentano il nucleo del pensiero di Albert Ellis e sono spesso associate alla collera.

Visione a tunnel: è una distorsione che porta a vedere solo alcuni aspetti di una situazione o di una persona, ad esempio caratteristiche positive in un partner o amico e negative in una persona con la quale si hanno avuto degli screzi.

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