Esposizione situazionale

La paura si vince solo affrontandola, riaffrontandola e affrontandola ancora. Il primo passo è rendersi davvero conto che non c’è ragione di aver paura. Il secondo passo è quello decisivo, che disconferma vecchie memorie e vecchi apprendimenti per sperimentare e introdurre nuove esperienze. Nel linguaggio tecnico si parla di esposizione situazionale. Solo in questo modo si spezza il circolo della paura della paura. Nessuno ha mai superato la paura dell'acqua prima di entrare in piscina per la prima volta.


Possiamo distinguere due tipologie principali di esposizione. La prima è l’esposizione assistita, nella quale il terapeuta accompagna fisicamente e assiste il paziente nell’affrontare via via le principali situazioni temute. Il paziente teme una situazione e la presenza del terapeuta lo rassicura di poter gestire ciò che teme potrebbe accadere.

Immaginiamo che uno degli evitamenti del nostro paziente sia percorrere un breve tunnel alla guida della propria macchina. Il terapeuta si siede accanto al paziente e lo accompagna avanti e indietro quel tunnel. Lo “assiste” ricordandogli di controllare il livello di tensione muscolare di questo o quell’arto. Gli farà notare, per esempio, che mascella e fronte sono eccessivamente contratte, oppure che sta stringendo il volante con inutile tensione. Inviterà la persona a procedere a rilassare questa o quella regione del corpo, pur continuando a guidare lentamente oppure dopo essersi fermato alla prima piazzola di sosta. Per un altro paziente sarà invece utile controllare la respirazione e utilizzare la respirazione lenta diaframmatica acquisita in precedenza.

La seconda tipologia è l’auto-esposizione, nella quale il paziente procede da solo ad affrontare tali situazioni, grazie all’esperienza maturata con l’assistenza del terapeuta.  Sono tecniche collaudate e in uso da mezzo secolo, probabilmente in uso da secoli con altri nomi e ispirate dal semplice buon senso. Non dobbiamo attenderci che queste procedure operino per insight: un’esposizione, e di colpo tutto è risolto. Operano attraverso i normali processi di apprendimento, come nello sport e nell’apprendimento delle lingue: molte pazienti ripetizioni e via via la prestazione migliora; nel nostro caso specifico: molte pazienti ripetizioni e l’ansia decresce e alla lunga scompare. Sostanzialmente il paziente viene aiutato a sperimentare che è in grado di gestire l’ansia anticipatoria, riconoscere e gestire eventuali prodromi di un attacco, superare situazioni temute senza incorrere in un attacco di panico.

Esiste una miriade di piccole varianti, ad es., l’impiego dell’immaginazione invece della situazione vera e propria (che viene detta “in vivo”), l’assistenza via telefono cellulare, l’assistenza tramite apparecchiature portatili di biofeedback.

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