CENTRO DI ECCELLENZA PER IL DISTURBO d'ansia sociale

Il disturbo d'ansia sociale (fobia sociale) rappresenta una condizione clinica che colpisce circa il 7% della popolazione (APA, 2014). Il disturbo d'ansia sociale viene considerato la decima causa di disabilità dall’Organizzazione Mondiale della Salute e sale al quinto posto tra le persone di età compresa tra i 15 e i 44 anni (OMS, 2018).

Non è facile trovare professionisti formati sul trattamento del disturbo d'ansia sociale. Noi ci occupiamo di fobia sociale dal 1979.

"A scuola avevo sempre paura di essere chiamata, anche se sapevo la risposta, avevo paura che sarei sembrata ridicola. Avevo paura ad alzare la mano, anche per andare in bagno. Ho passato gli anni della mia adolescenza sentendomi diversa, sbagliata. C'era qualcosa di diverso tra me e gli altri, nella naturalezza con cui tutti si rapportavano mentre io rimanevo sola."

- Sara

Centro di Eccellenza per il Disturbo d'Ansia Sociale

Il Centro di Eccellenza per il Disturbo d'Ansia Sociale riunisce psicologi psicoterapeuti che si interessano di ricerca e clinica sull'ansia sociale e i problemi correlati. Lo scopo del Centro è di fornire i migliori trattamenti disponibili a chi è in cerca di una cura specifica per questo problema.

Come in medicina, anche per la salute mentale ogni problema viene affrontato in modo migliore dagli interventi che sono stati sviluppati apposta per quello specifico disturbo.

sala studioLa sala centrale del nostro Centro
bibliotecaLa nostra biblioteca
aulaUna delle aule per la formazione a colleghi

Le terapie più efficaci per determinate condizioni vengono dette evidence-based. Questo significa che la loro efficacia è dimostrata dalla ricerca scientifica internazionale e non dalla parola del clinico che le pratica. Gruppi di ricercatori indipendenti hanno messo alla prova diversi interventi: i più efficaci sono quelli che vantano la definizione di evidence-based ovvero "basato sulle prove".

La terapia evidence-based per la fobia sociale è la terapia cognitiva e comportamentale (TCC). Però non una terapia cognitiva e comportamentale di qualsiasi tipo ma degli specifici approcci al problema in questione ovvero una TCC che è stata specificamente sviluppata per trattare il disturbo d'ansia sociale. Questo è un aspetto importante che vale la pena di essere menzionato. Oramai il termine "cognitivo e comportamentale" viene abusato da professionisti che non utilizzano o non conoscono questi approcci specifici.

Le terapie cognitive e comportamentali efficaci per la fobia sociale sono: 

  1. terapia cognitiva e comportamentale basata sul modello di Clark e Wells
  2. terapia cognitiva e comportamentale basata sul modello di Heimberg

Si tratta quindi di specifici approcci che si basano su modelli scientifici del disturbo d'ansia sociale. Che hanno sviluppato tecniche e procedure apposta per intervenire sui fattori che causano e mantengono il problema. Interventi la cui efficacia è stata dimostrata dalla ricerca internazionale.

Il modello cognitivo del disturbo d'ansia sociale

Secondo il modello di riferimento vi sono alcune caratteristiche comuni a chi soffre di fobia sociale che vedremo qui di seguito:

  1. Il modo in cui interpretano le situazioni sociali
  2. La tendenza a valutare se stessi come "oggetto sociale"
  3. L'utilizzo di comportamenti di sicurezza
  4. Sintomi a livello somatico (fisico) e cognitivo (pensieri)
  5.  Interpretazione degli indizi sociali esterni come negativi

Modello cognitivo del disturbo d'ansia sociale

Interpretazione delle situazioni sociali

La figura illustra il modello scientificamente più accreditato per la fobia sociale. È frutto del lavoro clinico e della ricerca di Clark e Wells, due grandi professionisti riconosciuti a livello internazionale. L'immagine mostra il funzionamento cognitivo (pensieri, interpretazioni e attenzione) tipico di chi soffre di fobia sociale e si avvicina a una situazione sociale.

Chi soffre di ansia sociale sviluppa delle credenze su di sé e sugli altri. Le credenze possono essere spiegate - semplificando - come delle "regole" che guidano la comprensione del mondo, di se stesso e degli altri. Queste credenze si dividono in 3 categorie:

  1. Standard eccessivamente elevati: possono essere riassunte in esempi come: "non devo sembrare debole", "devo sempre sembrare competente e intelligente", "si deve parlare solo quando gli altri hanno finito" o "devo sempre avere qualcosa di interessante da dire".
  2. Credenze sulle conseguenze di certe azioni: come, ad esempio, "se esprimo il mio disaccordo con qualcuno, mi rifiuterà", "se mostro la mia ansia penseranno che sono stupido/debole", "se sto zitto penseranno che sono noioso" o "se mi conoscono veramente non gli piacerò".
  3. Credenze negative su se stessi: delle idee come "sono diverso/strano", "sono noioso", "sono stupido" o "sono inaccettabile/non amabile". 

Valutazione di se stessi come oggetto sociale

Un punto importante nel disturbo d'ansia sociale è che la persona sposta l'attenzione da ciò che sta facendo a valutare se stesso. Quando un paziente si trova in una situazione in cui teme di poter essere giudicato o valutato dagli altri, sposta l'attenzione su un processo di auto-valutazione. Così la persona inizia a osservarsi e monitorare diversi aspetti: "sono in ansia? Lo sto facendo vedere? Cosa pensano di me? Come appaio agli altri?"

In questo modo però le persone si abituano a immaginare cosa pensano gli altri sulla base di come loro si sentono. Dato che mi sento a disagio significa che gli altri mi stanno giudicando o che mi sto comportando in modo imbarazzante.

Dietro a questi funzionamenti non ci sono ragionamenti logici ma pensieri automatici. Un tipo di pensieri veloci e poco consapevoli. Questi pensieri fanno un'equivalenza: se mi sento in ansia, allora sembro ansioso. Alcuni di questi pensieri automatici possono avere forma di immagine. Così chi soffre di fobia sociale può immaginare come viene visto dall'esterno. Solitamente però l'immaginazione peggiora la situazione oggettiva. In altri casi la persona si sente semplicemente fuori luogo o diverso e questo può portare a evitare gli altri e a creare l'isolamento sociale temuto.

Comportamenti di sicurezza

Nei problemi d'ansia i comportamenti di sicurezza giocano un ruolo importante nel mantenere il disturbo. Prova a immaginare di temere di perderti se viaggi da solo. Potresti farti sempre accompagnare da qualcuno. In questo modo, però, rinforzeresti la tua credenze che non ti perdi perché sei accompagnato. Così facendo puoi rimanere convinto che non sei in grado di viaggiare da solo perché viaggi sempre accompagnato.

Lasciamo che sia Homer Simpson a spiegarci meglio il funzionamento dei comportamenti di sicurezza.

comportamento-sicurezza

Se Homer porta inizia a portare sempre con sé il sasso, continuerà a credere che sia questo a tenerlo al sicuro dalle tigri. Alcuni comportamenti di sicurezza possono essere anche solamente mentali. Ad esempio, memorizzare cosa dire, ripassare come comportarsi, ecc.

A volte dei comportamenti di sicurezza possono anche provocare le circostanze temute. Se hai paura di sudare e ti vesti con un maglione a collo alto pesante per nascondere eventuale sudorazione, potresti essere troppo coperto e finire per provocarla.

I comportamenti di sicurezza inoltre aumentano l'attenzione focalizzata su di sé discussa prima. Portano anche a essere meno attenti al comportamento degli altri, cosa che aiuta ad apprendere come gestire le situazioni sociali.

Inoltre alcuni di questi modi di fare possono finire proprio per attirare l'attenzione degli altri sul paziente. In un caso una paziente si copriva spesso il volto per timore di arrossire. Ogni volta che faceva così però, i colleghi la guardavano anche se non stava parlando ed era in disparte perché dava nell'occhio.

Sintomi somatici e cognitivi

L'ansia sociale è accompagnata da sintomi somatici ovvero fisici, "di pancia" e da sintomi cognitivi ovvero psicologici e legati ai pensieri e alle paure. Questi sintomi vengono spesso interpretati in maniera negativa. Il paziente che sente una vampata di calore può pensare che gli altri lo vedano grondare di sudore, chi sente un forte batticuore può pensare di essere sul punto di fare una figuraccia, se l'ansia da capogiri un timore può essere quello di svenire.

Le persone tendono a tenere d'occhio ciò che temono. Così se questi sintomi sono visti come indizi di pericoli vengono monitorati con attenzione. Monitorare con attenzione le sensazioni del corpo e i pensieri porta a essere più consapevoli e a ingrandire quei sintomi d'ansia che spesso accompagnano le situazioni sociali.

È un po' come dire di non pensare all'elefante rosa.

Interpretazione degli indizi sociali esterni

Come abbiamo visto l'attenzione viene indirizzata verso il corpo e i pensieri; quindi verso "l'interno". Così facendo chi soffre di fobia sociale da poca attenzione alle situazioni esterne. Non solo la ricerca ha mostrato che l'interpretazione degli indizi sociali è distorta in maniera negativa.

Gli indizi sociali sono ad esempio le espressioni facciali dei nostri interlocutori. La ricerca mostra che chi soffre di ansia sociale tende sistematicamente a percepire stimoli neutri come indizi sociali negativi. Quindi un volto neutro o dei toni di voce ambigui possono essere visti come arrabbiati o giudicanti.

Indizi di disapprovazione possono essere colti con più facilità rispetto a indizi positivi, perché la persone va sempre a cercare solo quelli. Una persona che distoglie il contatto visivo può essere vissuta come segno di disappunto e controllare l'ora come un gesto che prova il disinteresse e la noia dell'altro.

Chi siamo

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Prof. Ezio Sanavio

Psicologo psicoterapeuta, Professore Ordinario di Psicologia Clinica presso l’Università di Padova, direttore di Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale (Italian Journal of Cognitive and Behavioural Psychotherapy) e dell’Istituto di Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale. Ideatore del Cognitive Behavioral Assessment strumento diagnostico clinico utilizzato in tutta Italia e tradotto in altre lingue per la valutazione psicologica iniziale del paziente.

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Dott. Francesco Sanavio

Psicologo e psicoterapeuta, laureato all'Università San Raffaele di Milano. Psicoterapeuta presso la ULSS 16, membro del Direttivo Nazionale FeDerSerD e docente della Scuola di Sanità Pubblica. Socio fondatore e responsabile scientifico di Convforth SRL - Conversation for Therapy. Si è occupato di disturbi d'ansia in collaborazione con l'Anxiety and Depression Association of America, presso il Bio Behavioral Institute di New York (Stati Uniti) e all'Istituto Beck di Roma. Autore di 4 libri tra i quali: "Training di comunicazione assertiva - conoscere, valutare e potenziare comunicazione e relazioni interpersonali".

Il Dott. Sanavio ospite a MYR su La5 con il Prof. Santo Mercuri, primario dell’Unità di Dermatologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

daria-giuliani

Dott.ssa Daria Giuliani

Psicologa e psicoterapeuta laureata in Psicologia presso l’Università degli Studi di Padova. Si occupa di training di gruppo di assertività e potenziamento dell’autostima. È referente per l’Associazione Mentecomportamento con la quale collabora in progetti a livello nazionale per la promozione del benessere psicologico negli individui e per la divulgazione del tema della Plusdotazione cognitiva e/o Alto Potenziale Cognitivo.

Vuoi chiedere aiuto?

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Fissa una visita dal vivo o in videoconferenza per valutare il tuo caso.

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Il primo vero lavoro è svolgere un assessment, ovvero una valutazione psicologica completa per capire meglio il tuo caso e il tuo problema.

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Iniziamo con una psicoterapia se è indicata per il tuo caso e se vi è un comune accordo sugli obiettivi e le modalità di lavoro.

Di che cosa ci occupiamo

  1. Valutazione psicologica: la valutazione psicologica (assessment) non è la sola diagnosi. Il termine “disturbo d'ansia sociale” è un’etichetta che può identificare disturbi estremamente differenti tra di loro in persone che a loro volta sono molto diverse l’una dall’altra. L’assessment serve per andare oltre alla sola diagnosi e a capire quali sono i fattori che hanno portato allo sviluppo del problema e che lo mantengono oltre ad altri aspetti psicologici che possono influire sul disturbo e sulla vita della persona. Da questa valutazione si riesce a impostare un trattamento efficace per la cura del disturbo.

Approfondimento: Assessment

  1. Psicoterapia: offriamo psicoterapie evidence-based per il disturbo d'ansia sociale. Le psicoterapie evidence-based sono quelle che sono dimostrate efficaci alla luce dei risultati della ricerca scientifica internazionale.
  1. Trattamento intensivouno degli aspetti che incide nel successo della terapia è la sua dose. Nel caso della psicoterapia la dose è rappresentata dalle ore di trattamento. Il nostro gruppo è stato tra i primi sul territorio nazionale a offrire trattamenti intensivi.

Approfondimento: Trattamento intensivo

  1. Ricerca scientifica: il nostro staff è dedito a collaborazioni con diverse Università e Istituzioni a livello nazionale e internazionale per la conduzione di attività di ricerca in ambiti connessi alla comprensione, alla valutazione e al trattamento dei disturbi ossessivi.

Dove siamo

La nostra sede principale è in via De Amicis, 5 - 35123 Padova. La fermata del tram più vicina è Diaz e dista 140 metri.

Servizi offerti

  • Valutazione psicologica (assessment)
  • Psicoterapia per il disturbo d'ansia sociale
  • Trattamento intensivo
  • Consulenze per i familiari di persone che soffrono di fobia sociale

Altre risorse utili

  • Linee guida per il disturbo d'ansia sociale (traduzione in italiano delle linee guida per il trattamento della fobia sociale dell'American Psychiatric Association e del National Institute for Health and Care Excellence

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Bibliografia

  • American Psychiatric Association. (2014). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM–5. Raffaello Cortina Editore.
  • Crozier, W. R., & Alden, L. E. (2001). International Handbook of Social Anxiety. Concepts, research and interventions relating to the self and shyness. John Wiley & Sons.
  • Wells, A., Clark, D. M., Salkovskis, P., Ludgate, J., Hackmann, A., & Gelder, M. (1995). Social phobia: The role of in-situation safety behaviors in maintaining anxiety and negative beliefs. Behavior Therapy26(1), 153-161.
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