Personalità di tipo A (comportamento di tipo A)

personalita-di-tipo-a

Per personalità di tipo A si fa riferimento ad una serie di caratteristiche che avrebbero un impatto sulla salute dell’individuo soprattutto in riferimento a problematiche di tipo cardiovascolare. In realtà non si dovrebbe parlare di personalità di tipo A ma di Pattern di Comportamento di tipo A, ovvero in inglese Type A Behaviour Pattern (TABP).

Friendman e Rosenman (1974) definiscono il comportamento di tipo A come uno specifico “sistema emozione-azione” esibito da coloro che si sentono coinvolti in una sfida incessante contro il tempo allo scopo di produrre sempre di più, esibendo un’aggressività razionalizzata, ma “liberamente fluttuante”. Loro non attribuirono questo quadro a fattori di personalità, sia per non entrare in una tematica loro estranea sia per sottolineare il fatto che tali caratteristiche fossero reversibili e quindi assicurarsi la possibilità teorica di realizzare interventi utili ai fini terapeutici o preventivi. 

Storia del TABP

Negli anni ’60 Rosenman e Friedman, due cardiologi californiani, si accorsero che i loro pazienti mostravano un particolare insieme di aspetti comportamentali ed emotivi. All’epoca gli elementi manifesti caratteristici di questo quadro erano:

  1. Ostilità palese o potenziale
  2. tendenza all’iper-competitività
  3. impazienza e senso cronico di mancanza di tempo

Questi comportamenti furono studiati inizialmente su di un gruppo, chiamato gruppo A, selezionato dai dirigenti delle aziende della Baia di San Francisco sulla base delle suddette caratteristiche, descritte dai cardiologi stessi. I soggetti del Gruppo portatore di strategie di coping disfunzionale furono messi a confronto con un gruppo, chiamato Gruppo B, con caratteristiche opposte: ovvero formato da persone che si comportavano in maniera accettante e rilassata. Le caratteristiche del Gruppo A, da allora chiamate di Tipo A, si mostrarono fortemente associate sia alla presenza di cardiopatia coronarica (CPC), sia ai suoi «classici» fattori di rischio: ipertensione, ipercolesterolemia e fumo di sigaretta (Sibilia, 2015). 

Non era la prima volta che disturbi coronarici venivano associati a caratteristiche stabili di comportamento, ma era la prima volta che tale effetto veniva investigato in maniera oggettiva.

Caratteristiche del TABP

La ricerca ha permesso di fare luce sulle caratteristiche di questo modello di comportamento. Esso è  composto sia da aspetti manifesti, come da altri più latenti (Friedman et al., 1996),  dai quali deriva tutto l’insieme di disfunzioni neurologiche, ormonali e metaboliche tipiche del TABP. Esse sono:

  • Insicurezza e scarsa autostima. Questi elementi sono strettamente connessi e concorrono sia al mantenimento sia all’insorgenza del pattern comportamentale di tipo A. L’aspetto particolare di tali caratteristiche sta nella difficoltà ad essere rilevate in quanto i soggetti con TABP sembrano avere un'alta autostima e una forte sicurezza di sé. In realtà tale apparenza deriverebbe invece dalla loro bassa autostima: essi infatti a causa di questa debolezza percepirebbero anche la minima critica come un grave attacco personale e tenderebbero a sopperire al loro umore negativo e alla loro ansia buttandosi a capofitto nelle attività o comportandosi come esecutori ansiosi.

  • Iper-Competitività. Questo fattore è molto presente in quanto è usato in maniera funzionale dalle persone con comportamento di tipo A per innalzare la propria autostima. Essi utilizzerebbero la competizione come un modo per provare la propria superiorità nei confronti degli altri.

  • Senso dell’incalzare del tempo. Questo è l’aspetto più visibile nelle persone che rispettano il pattern, ovvero un cronico senso di impazienza e una persistente percezione di urgenza temporale (Friedman & Roseman, 1959). Queste persone riportano una costante sensazione di avere a disposizione tempo insufficiente per raggiungere i propri obiettivi, la quale sfocerebbe  in frustrazione ed ostilità. A livello operativo tali soggetti tenderebbero ad imporsi delle scadenze irrealistiche e a non accettare eventuali imprevisti che possono far posticipare il completamento dei vari compiti. Questa forma di perfezionismo avrebbe lo scopo di proteggerli da una bassa considerazione di se, ma alla fine comporterebbe un calo della qualità del lavoro che si rifletterebbe su un ulteriore calo della propria autostima (Grandi et al., 2011).

  • Ostilità liberamente fluttuante. Questa locuzione deriva direttamente dal lavoro di Friedman e Rosenman (1974) e serve ad esprimere il modo in cui si esplicita l’ostilità nei soggetti che rispettano il pattern. Essi sarebbero caratterizzati da un animosità pervasiva che si attiva in risposta a stimoli banali. Tale dimensione è stata successivamente suddivisa in due sotto-dimensioni: potenziale ostilità, ovvero la tendenza a reagire alle situazioni spiacevoli in modo ostile, e rabbia trattenuta, ovvero l’incapacità di esprimere la rabbia in maniera costruttiva anche in situazioni in cui essa è giustificata.

  • Determinazione e Decisione apparente. I soggetti con TABP tendono a trasmettere un senso di determinazione e decisione e quindi vengono visti come perfetti candidati per mansioni di leadership e direzione. In realtà tale scelta non è sempre idonea in quanto essi sono caratterizzati da scarsa capacità di delega, dovuta anche ad una scarsa opinione dei collaboratori, e dall’incapacità di rifiutare le richieste.

Il TABP come fattore di rischio per le malattie cardiovascolari

Attualmente la relazione tra comportamento di tipo A e patologie cardiovascolari non è univoca. Se tale legame è presente sembra essere dovuto soprattutto alla sub componente di ostilità del pattern (Boyle et al., 2004). Nonostante ciò non mancano evidenze che sottolineano implicazione dell’intero schema comportamentale nel peggiorare di tali malattie. Il meccanismo che collega tale pattern ai disturbi di comportamento sarebbe l’iper attivazione del sistema nervoso simpatico che produrrebbe un’eccessiva reattività cardiovascolare (Lachar, 1993).

Nel 2007 Keltikangas -Jarvinen e collaboratori hanno condotto uno studio longitudinale, ovvero seguendo le stesse persone nel tempo, per indagare l’effetto del TABP e il peso specifico delle sue sub componenti. I partecipanti erano 408 maschi e 606 femmine, dai 6 ai 18 anni, seguiti nel tempo con rilevazioni delle variabili a 6,9 e 21 anni. Per valutare i danni all’apparato cardiovascolare è stato fatto riferimento allo spessore carotideo. I ricercatori dopo questo imponente  studio hanno determinato che l’irritabilità costituisca un importante predittore dei disturbi coronarici, ma solamente negli uomini. Nelle donne invece è stata trovata una correlazione tra basso spessore coronarico e tendenza a caricarsi di impegni.

Un modello che ha provato a spiegare la relazione tra TABP e patologie cardiovascolari è quello di Byrne e Fassa (1996): la competitività costituirebbe l’elemento nucleare, operando un filtro cognitivo sugli eventi. Da questo modo di vivere gli eventi vengono messi in atto gli altri comportamenti del pattern che a loro volta produrrebbero un attivazione cronica del sistema simpatico.

Nello specifico l’attivazione cronica del sistema simpatico produrrebbe squilibri endocrini, come la produzione di cortisolo, mentre la messa in atto degli altri comportamenti di tipo A, se frustrati, porterebbe a stati ansiosi ed agiti aggressivi che predisporrebbero a problemi cardiovascolari.

TABP e Stress

Il modello visto precedentemente rimanda a quello dello stress di Lazarus e Folkman (1984) e più propriamente alla valutazione primaria. I due autori nella teorizzazione dello stress sottolineano come la prima delle valutazioni che produce la reazione di stress sia il considerare lo stimolo esterno come minaccioso o sfidante. Anche Bryne e Fassa nel loro modello sottolineano l’aspetto cognitivo dell’azione del pattern di comportamento A, nello specifico il valutare gli stimoli esterni nell’ottica della competitività. Inoltre una delle conseguenze del TABP a livello fisiologico è la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress.

Ricordandoci che gli stessi Friendman e Rosenman considerarono il Pattern A come uno schema di comportamento e non un tratto di personalità, si può ricondurlo ad un tipo specifico di risposta di coping disadattiva.

Questa modalità di coping non solo non riuscirebbe a risolvere positivamente la situazione di stress, ma a lungo andare ne produrrebbe delle altre.

Trattamento del TABP

Visti gli effetti negativi del TABP sulla salute, sono stati elaborati svariati interventi per il suo trattamento, molti dei quali di stampo cognitivo-comportamentale.

Il Type A Counseling elaborato da Friedman e collaboratori (1982) si è caratterizzato per essere capace di ridurre notevolmente il TABP sia in soggetti affetti da patologie cardiache, che in quelli sani (Karlberg, 1997). Questo trattamento inoltre è risultato utile per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari (Bennet et al., 1991) e si è caratterizzato per produrre un miglioramento della salute fisica e psicosociale (Thoresen & Powell, 1992).

Il protocollo si compone di 4 fasi con ciascuna i seguenti obiettivi:

  1. Creare un atteggiamento egodistonico nei confronti della manifestazione del TABP, tale obiettivo è realizzato attraverso la comprensione degli effetti maladattivi dei comportamenti di tipo A
  2. Individuare gli schemi cognitivi del paziente che possono contribuire alla motivazione al trattamento e alla consapevolezza circa le sue condizioni di salute
  3. Modificazione dei pensieri e dei comportamenti disfunzionali, attraverso l’elaborazione congiunta di comportamenti più adattivi e la messa in discussione dei pensieri disfunzionali
  4. Ripristino di uno stato di benessere fisico e mentale. Il soggetto viene invitato a mettere in discussione il proprio stile di vita e la propria tendenza a mettere da parte le attività piacevoli e salutari

Approfondimento: Psicoterapia

Cerchi aiuto per te o un tuo caro?

Bibliografia

  • Boyle, S. H., Williams, R. B., Mark, D. B., Brummett, B. H., Siegler, I. C., Helms, M. J., & Barefoot, J. C. (2004). Hostility as a predictor of survival in patients with coronary artery disease. Psychosomatic medicine, 66(5), 629-632. 
  • Friedman, M., Fleischmann, N., & Price, V. A. (1996). Diagnosis of Type A behavior pattern. In R. Allan & S. S. Scheidt (Eds.), Heart & mind: The practice of cardiac psychology (p. 179–195). American Psychological Association.
  • Friedman, M., & Rosenman, R. H. (1959). Association of specific overt behavior pattern with blood and cardiovascular findings: blood cholesterol level, blood clotting time, incidence of arcus senilis, and clinical coronary artery disease. Journal of the American medical association, 169(12), 1286-1296.
  • Grandi, S., Rafanelli, C., & Fava, G. A. (2011). Manuale di psicosomatica. Il Pensiero Scientifico Editore.
  • Keltikangas-Järvinen, L., Hintsa, T., Kivimäki, M., Puttonen, S., Juonala, M., Viikari, J. S., & Raitakari, O. T. (2007). Type A eagerness-energy across developmental periods predicts adulthood carotid intima-media thickness: the Cardiovascular Risk in Young Finns Study. Arteriosclerosis, thrombosis, and vascular biology, 27(7), 1638-1644.  
  • Lachar, B. L. (1993). Coronary-prone behavior. Type A behavior revisited. Texas Heart Institute Journal, 20(3), 143. 
  • Lazarus, E., & Folkman, S. (1984). Stress, appraisal, and coping. Springer. 
  • Rosenman, R. H., & Friedman, M. (1974). Neurogenic factors in pathogenesis of coronary heart disease. Medical Clinics of North America, 58(2), 269-279. 
  • Sibilia, L. (2015). La Medicina Comportamentale e i suoi sviluppi. Psicoterapia Cognitiva e
  •  Comportamentale, 21(2).

Informazioni sull'autore

>