Ricorrenti mal di testa? Sarà lo stress. Sensazione di tensione alla bocca dello stomaco? Nervosismo e agitazione. Fiato corto e difficoltà a respirare? Ansia e preoccupazioni.
Quante volte ci siamo sentiti dire dal nostro medico di fiducia che non abbiamo nulla dal punto di vista medico?
Eppure continuiamo a percepire quel dolore, quel fastidio, quella sensazione spiacevole. La psicosomatica ci dà alcune spiegazioni.
Psicosomatica: definizione
Da sempre l’uomo ha cercato di comprendere il rapporto tra mente e corpo. Da Platone a Cartesio, dalla filosofia orientale sino ad approdare al più recente contributo delle neuroscienze e della psiconeuroendocrinoimmunologia, la domanda che ci si è sempre posta è se e in che modo corpo e mente interagiscono tra di loro.
In particolare, la psicosomatica si interessa di tutte quelle manifestazioni fisiche che hanno origine da un malfunzionamento della psiche. Rabbia inespressa, ansia, preoccupazioni, tensioni, stress, sofferenza per un lutto o altre emozioni spiacevoli possono talvolta manifestarsi attraverso dei sintomi fisici. Spesso non è presente alcuna condizione medica generale o se vi è non chiarisce completamente la sintomatologia lamentata. La spiegazione di quel sintomo o di quella malattia è da trovare nella dimensione psicologica del soggetto.
I sintomi somatici sono comuni a molte condizioni psicologiche. Basti pensare agli attacchi di panico nei quali l’ansia si esprime attraverso tachicardia, sudorazione, tremori, dispnea, sensazione di svenimento o alla depressione caratterizzata da stanchezza fisica, sensazione di gola secca, mancanza di energie. Ma esistono veri e propri disturbi psicosomatici (o somatoformi) ovvero condizioni in cui il soggetto lamenta molteplici sintomi somatici di cui è costantemente e eccessivamente preoccupato. Il nucleo di questi disturbi è proprio la somatizzazione ovvero quel processo attraverso il quale il malessere psichico si esprime a livello fisico, coinvolgendo il sistema nervoso, endocrino e immunitario.
Approfondimento: Definizione e cura del meccanismo della somatizzazione
Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5; American Psychiatric Association, 2014) vengono definiti come disturbi da sintomi somatici caratterizzati solitamente da più sintomi fisici, anche se a volte è presente un solo sintomo grave più comunemente il dolore. Il soggetto tende a essere molto preoccupato per la sua malattia, a tal punto che essa arriva ad assume un ruolo centrale nella vita della persona e ne compromette il lavoro, le relazioni sociali e familiari, gli interessi personali e più in generale il suo stato di benessere.
In presenza di una malattia organica diviene ancor più difficile distinguere il ruolo della componente psicologica e di quella fisica nella manifestazione e percezione soggettiva dei sintomi. Spesso i due domini si sovrappongo e diventa fondamentale individuare gli aspetti mentali presenti in quella persona che possono aver contribuito al manifestarsi della malattia, al suo mantenimento nel tempo e all’eventuale esacerbazione dei sintomi.
Secondo alcuni studiosi (Grandi, Farinelli & Fava, 2011) tra i fattori psicologici più comuni che concorrono allo sviluppo di tali disturbi vi sono: l’alessitimia (incapacità di riconoscere, accedere e denominare le proprie emozioni), lo stress, la depressione, eventi stressanti nelle prime fasi di vita, l’ansia, relazioni familiari e supporto sociale. In sintesi, si rileva spesso come le persone che soffrono di tali disturbi siano eccessivamente focalizzate sui sintomi fisici, trascorrendo molto tempo a rimuginare sul loro malessere, e abbiano modalità comportamentali e di pensiero rigide che le portano ad essere eccessivamente preoccupate per il loro stato di salute, senza contemplare alcuna possibilità di miglioramento. Ciò avvilisce il soggetto che si rassegna alla sua malattia o al suo dolore, rinunciando a molte attività quotidiane.
Le malattie psicosomatiche più comuni
I disturbi psicosomatici possono manifestarsi con uno o più sintomi fisici localizzati in parti specifiche del corpo (come ad esempio testa, stomaco, intestino, schiena, petto, pelle) o essere diffusi in tutto il corpo. Possono interessare i diversi apparati del nostro corpo:
- apparato gastrointestinale (gastrite, sindrome del colon irritabile, colite ulcerosa, stipsi, nausea e vomito, diarrea funzionale);
- apparato respiratorio (asma bronchiale, iperventilazione, dispnea)
- sistema endocrino (ipertiroidismo, ipotiroidismo, ipoglicemia, diabete mellito)
- sistema cutaneo (acne, psoriasi, prurito, dermatite atopica, orticaria, prurito, iperidrosi, secchezza della cute e delle mucose);
- apparato cardiocircolatorio (aritmie, tachicardia, ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica);
- apparato urogenitale (impotenza, eiaculazione precoce, anorgasmia, dolori mestruali, enuresi, disturbi della minzione);
- sistema muscolo scheletrico (malattie per lo più caratterizzate da dolore somatico: cefalea tensiva o mal di testa, stanchezza cronica, crampi muscolari, mialgie, fibromialgia, dolori cronici al rachide, lombalgie, artrite).
Decorso e conseguenze dei disturbi psicosomatici
La somatizzazione è un fenomeno spesso transitorio, benigno e isolato ma se perdura nel tempo e non vengono individuate e gestite le reali cause può consolidarsi in un disturbo a decorso cronico con andamento fluttuante.
Secondo quanto descritto nel DSM 5 (American Psychiatric Association, 2014), la tendenza a somatizzare è associata a: caratteristiche demografiche (come sesso femminile ed età avanzata), storia riferita di abuso sessuale o altre avversità durante l’infanzia, compresenza di malattia organica cronica o disturbo psichiatrico (come depressione, ansia, distimia), stress sociale o fattori cognitivi (come la sensibilizzazione al dolore, l’accresciuta attenzione alle sensazioni fisiche, l’attribuire sintomi fisici a una possibile malattia organica piuttosto che riconoscerli come un fenomeno normale o di stress psicologico).
Questo stato di disagio psicofisico può portare a una vasta gamma di problemi interpersonali e comportamentali, quali assenteismo e scarso rendimento sul lavoro, difficoltà coniugali, comportamento impulsivo e antisociale, isolamento, rinunce sino a minacce e tentativi di suicidio.Trattamento dei disturbi psicosomatici
Spesso tali patologie non rispondono (o solo in parte) ai soli trattamenti farmacologici. Chiaramente in presenza di un disturbo fisico è fondamentale e imprescindibile un trattamento medico, ma la psicoterapia può aiutare a gestire gli aspetti psicologici e sociali che come abbiamo visto contribuiscono al mantenimento della sintomatologia. Il lavoro psicologico conduce oltre la gestione del sintomo, aiutando a capirne il significato in modo da poter intervenire sulla causa emotiva, cognitiva o relazionale sottostante.
Secondo le linee guida dell’American Psychiatric Association (APA), al di la del fatto che il sintomo sia spiegabile o meno da un punto di vista medico, è fondamentale per parlare di disturbi somatici che siano identificabili pensieri, emozioni e comportamenti sproporzionati o eccessivi riguardo ai propri sintomi. Di conseguenza, oltre al necessario monitoraggio e trattamento medico della sintomatologia fisica, è indicato come la psicoterapia possa favorire il cambiamento di pensieri e comportamenti specifici, attraverso l’apprendimento di nuove strategie per la gestione del dolore, di altri sintomi o dello stress al fine di migliorare il proprio funzionamento.
Esistono studi che dimostrano l’efficacia della Terapia Cognitiva e Comportamentale (Kroenke & Swindle, 2000; Kroenke, 2007; Jackson, George & Hinchey, 2009; Edwards, Stern, Clarke, Ivbijaro & Kasney, 2010) e dei trattamenti di terza ondata, in particolare della mindfulness (Lakhan & Schofield, 2013) per il trattamento dei disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati. In generale, è stato dimostrato quanto sia efficace lavorare su aspetti psicologici quali: la psicoeducazione; riconoscere, comprendere e saper gestire le proprie emozioni; sostituire dei pensieri disfunzionali con pensieri più funzionali; diminuire l’attenzione focalizzata sui sintomi e il rimuginio; apprendere tecniche di gestione degli eventi stressanti; individuare in modo consapevole i propri bisogni e i propri valori; migliorare le abilità relazionali e comunicative; potenziare le strategie di coping e di risoluzione dei problemi.
(Kroenke & Swindle, 2000; Kroenke, 2007; Jackson, George & Hinchey, 2009; Edwards, Stern, Clarke, Ivbijaro & Kasney, 2010) e dei trattamenti di terza ondata, in particolare della Mindfulness (Lakhan & Schofield, 2013) per il trattamento dei disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati. In generale, è stato dimostrato quanto sia efficace lavorare su aspetti psicologici quali: la psicoeducazione; riconoscere, comprendere e saper gestire le proprie emozioni; sostituire dei pensieri disfunzionali con pensieri più funzionali; diminuire l’attenzione focalizzata sui sintomi e il rimuginio; apprendere tecniche di gestione degli eventi stressanti; individuare in modo consapevole i propri bisogni e i propri valori; migliorare le abilità relazionali e comunicative; potenziare le strategie di coping e di risoluzione dei problemi.
Quale terapia scegliere o se integrare tra di loro tecniche afferenti dai vari approcci dipenderà dalla valutazione del singola persona, della sua sofferenza e delle sue risorse personali.
Approfondimento: Psicoterapia
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Bibliografia
- American Psychiatric Association. (2014). DSM-5 Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. Raffaello Cortina Editore.
- American Psychiatric Association. (2018). What Is Somatic Symptom Disorder? https://www.psychiatry.org/patients-families/somatic-symptom-disorder/what-is-somatic-symptom-disorder
- Edwards, T.M., Stern, A., Clarke, D.D., Ivbijaro, G., & Kasney, L.M. (2010). The treatment of patients with medically unexplained symptoms in primary care: a review of the literature. Mental Health in Family Medicine, 7(4), 209-21.
- Grandi, S., Rafanelli, C., & Fava, G. S. (2011). Manuale di psicosomatica. Il Pensiero Scientifico Editore.
- Jackson, J.L., George, S., & Hinchey, S. (2009). Medically unexplained physical symptoms. Journal of General Internal Medicine, 24(4), 540-2.
- Kroenke, K., & Swindle, R. (2000). Cognitive-behavioral Therapy for Somatization and Symptom Syndromes: A Critical Review of Controlled Clinical Trials. Psychotherapy and psychosomatics, 69(4), 205-15.
- Kroenke, K.E. (2007). Efficacy of treatment for somatoform disorders: a review of randomized controlled trials. Psychosomatic Medicine, 69(9), 881–8.
- Lakhan, S.E. & Schofield, K.L. (2013). Mindfulness-based Therapies in the Treatment of Somatization Disorders: A Systematic Review and Meta-Analysis. PLoS One, 8(8).