La dipendenza affettiva è una distorsione relazionale; coloro che ne soffrono possono essere pronti a sacrificare i propri bisogni pur di non rinunciare alla relazione con il/la partner e non vivere tale perdita.
Le numerose somiglianze tra l'uso di sostanze che creano dipendenza e l’attaccamento interpersonale basato sull'amore (come ad esempio l'euforia, l'estasi, il desiderio, le risposte fisiologiche irregolari, gli stili ossessivi di pensiero) hanno spinto alcuni teorici a sostenere che entrambi i tipi di fenomeni possono basarsi su substrati e processi psicologici, chimici e neurologici simili o addirittura identici (Burkett & Young, 2012).
Da queste considerazioni nasce la definizione di “dipendenza affettiva”.
Spesso si è così invischiati in relazioni di questo tipo che può essere difficile riconoscere il proprio funzionamento, la propria vulnerabilità e riconoscere di essere o sentirsi manipolati.
In molti casi le persone scoprono di essere bloccati in relazioni disfunzionali solo con l’aiuto di una psicoterapia, la quale aiuta a fare aumentare la consapevolezza circa il tipo di legame che si è sviluppato con il compagno/a, o solo dopo lunghi periodi di sofferenza e di difficoltà ad allontanarsi da quella relazione.
Quando si diventa consapevoli di avere sviluppato una dipendenza affettiva o di essere vittime di una manipolazione affettiva, come uscirne diventa un’esigenza così forte che, però, spesso fa confrontare le persone ulteriormente con le proprie difficoltà a svincolarsi in autonomia dalla relazione che sta vivendo.
Ma, quindi, come liberarsi dalle dipendenze affettive?
Dipendenza affettiva: come uscirne
Per capire come uscire dalla dipendenza affettiva è importante comprenderne l’origine e il funzionamento alla base.
La dipendenza affettiva sembra essere legata ai legami e alle relazioni che si sono avute con le figure di riferimento, con coloro che si sono presi cura di noi, i nostri caregiver.
Lo stile di attaccamento (Bowlby, 1973) sviluppato con queste figure incide molto sul modo in cui strutturiamo i legami e gli scambi relazionali affettivi successivi.
L’attaccamento (Bowlby, 1973) è alla base di ogni legame affettivo incentrato sulla ricerca di sicurezza, stabilità e benessere.
Spesso le difficoltà della persona che soffre di dipendenza affettiva sono collegate ad un difetto precoce nell’area di scambio relazionale madre/bambino (Guerreschi, 2011).
L’attaccamento ci aiuta a comprendere attraverso quali processi un bambino acquisisce la propria autonomia, pur mantenendo un legame sicuro con le persone di riferimento.
Sia l’attaccamento sia la dipendenza hanno in comune la capacità di stabilire un legame con un’altra persona, ma di solito l’attaccamento non impedisce il distacco, mentre la dipendenza sì (Guerreschi, 2011).
Dipendenza affettiva: soluzioni
È appropriato e consigliabile, quindi, un trattamento?
È possibile un recupero da una dipendenza affettiva?
Spesso le persone in tali situazioni si chiedono se riusciranno mai a dirsi e pensare: “sono guarita/o dalla dipendenza affettiva”.
Anche se normalmente non si potrebbe pensare di offrire un trattamento psicologico agli individui innamorati (Earp et al., 2017), è certamente utile intraprendere una psicoterapia nei casi in cui l’amore e i fenomeni a esso collegati appaiono simili alle dipendenze comportamentali o da sostanze.
Naturalmente di solito non scegliamo attivamente di amare qualcuno (almeno non consapevolmente). Tuttavia, mentre la formazione dell'amore sembra essere almeno in gran parte involontaria, non è proprio così per ciò che riguarda i comportamenti emessi (Earp et al., 2017). Nonostante ciò, uscire dalla dipendenza affettiva può essere molto difficile a livello emotivo, anche quando si inizia a essere consapevoli del proprio funzionamento.
La soluzione più efficace è quella di contattare un professionista, psicologo psicoterapeuta, e iniziare un percorso di psicoterapia.
L'obiettivo di una terapia non dovrebbe essere quello di eliminare completamente i sentimenti d'amore, poiché questi sentimenti sono aspetti autentici della mente e della personalità della persona; ma piuttosto dovrebbe essere, invece, quello di moderarli e modulare i comportamenti connessi (Earp et al., 2017).
La psicoterapia è utile soprattutto perché per uscire da situazioni di dipendenza, è opportuno interrompere la relazione in corso e iniziare a gestire l’assenza della persona verso la quale la dipendenza è strutturata, quindi gestire l’astinenza.
In questa fase, durante la psicoterapia, sarà possibile riconoscere e prevenire le ricadute; coloro che hanno provato a interrompere tali relazioni, sanno bene come, quando si effettuano tentativi di distanziamento dal/dalla partner, sia forte il desiderio di tornare spesso sui propri passi senza allontanarsi dalla relazione di dipendenza, seppur abusante o disfunzionale.
Insieme al terapeuta si ripercorre la storia relazionale della persona, riconoscendo ed elaborando percezioni di abbandono e perdite giù vissute nelle relazioni di riferimento precoci.
In situazioni di dipendenza affettiva, infatti, la terapia cognitivo comportamentale si focalizza sulla gestione emotiva di aspetti quali la paura dell’abbandono, della solitudine e paura del rifiuto.
Questi elementi saranno utili per valutare la storia della persona e focalizzarsi al meglio sul presente per raggiungere obiettivi a breve/medio termine concordati con il paziente stesso.
La terapia, inoltre, aiuta a delineare e mettere in discussione le credenze alla base del funzionamento della persona, come quelle di non amabilità e di inadeguatezza, credenze profonde che la persona spesso tende a compensare garantendosi la relazione con il/la partner.
La consapevolezza di avere un problema di questo tipo, può aiutare le persone ad agire in maniera opposta e contraria al proprio funzionamento, ma considerata la forza di alcune componenti emotive, chiedere aiuto a un professionista può essere veramente l’elemento che può fare la differenza nel dare continuità nel mantenimento delle proprie decisioni in direzione di un benessere continuativo e stabile.
Approfondimento: Psicoterapia
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Bibliografia
- Bowlby, J. (1973). Attachment and loss: Volume II: Separation, anxiety and anger. In Attachment and Loss: Volume II: Separation, Anxiety and Anger (pp. 1-429). The Hogarth press and the institute of psycho-analysis.
- Burkett, J. P., & Young, L. J. (2012). The behavioral, anatomical and pharmacological parallels between social attachment, love and addiction. Psychopharmacology, 224(1), 1-26.
- Earp, B. D., Wudarczyk, O. A., Foddy, B., & Savulescu, J. (2017). Addicted to love: What is love addiction and when should it be treated? Philosophy, psychiatry, & psychology: PPP, 24(1), 77.
- Guerreschi, C. (2011). La dipendenza affettiva. Ma si può morire anche d'amore? FrancoAngeli.