VISITA PSICHIATRICA
La visita psichiatrica (o consulto psichiatrico) è effettuata da uno psichiatra, dunque un medico, ed ha quindi le caratteristiche di una visita medica che si svolge con la modalità di un colloquio.
La decisione di rivolgersi ad uno psichiatra puo’ essere presa dal paziente autonomamente, piu’ spesso viene presa su suggerimento di familiari o amici che in passato hanno avuto modo di confrontarsi con le medesime difficolta’ o su indicazione del medico di medicina generale, dello psicologo se il paziente e’ gia’ seguito dal punto di vista psicoterapeutico o da uno specialista di altra branca medica cui il paziente si sia rivolto e che abbia riconosciuto una sintomatologia di pertinenza psichiatrica.
La prima visita psichiatrica, essendo il primo contatto con il medico, necessita di più tempo rispetto alle successive visite di controllo ed ha mediamente la durata di un’ ora, tempo necessario per una prima conoscenza e per la raccolta delle informazioni e della storia clinica del paziente.
Alla visita possono essere presenti anche familiari o amici, se il paziente lo richiede; se lo riterrà necessario il medico potrà chiedere di effettuare alcune visite, o parte di esse, solo con il paziente, che potrà sentirsi più libero di esprimersi.
Verrà quindi raccolta un’ anamnesi personale, cioè notizie di ordine sanitario, come lo stato di salute generale, se il paziente abbia sofferto di malattie nel passato, se abbia assunto o stia assumendo dei farmaci, se abbia effettuato ricoveri ospedalieri, se vi siano familiari che abbiano sofferto degli stessi disturbi.
Saranno inoltre visionati referti o documentazioni sanitarie che il paziente avrà avuto cura di portare con sé.
Nel caso non sia la prima volta che ci si rivolge ad uno psichiatra e’ importante portare con se’ un resoconto quanto piu’ accurato possibile delle terapie farmacologiche effettuate in precedenza, per dar modo allo psichiatra di valutare correttamente i trattamenti gia’ effettuati.
Scopo delle prime visite è l’ esame dei motivi che hanno condotto la persona a rivolgersi al medico, quali siano i sintomi di cui soffre, da quanto tempo siano presenti e quali siano le difficoltà che sta affrontando. Ciò può essere verbalizzato dal paziente spontaneamente o può essere necessario che il medico ponga domande precise per inquadrare piu’ dettagliatamente la situazione. Infatti i pazienti sovente si rivolgono allo psichiatra per sintomi quali l’ ansia, l’ insonnia, le difficoltà nell’ alimentazione, della memoria e della concentrazione che tuttavia si rivelano poi essere le manifestazioni di un disagio più profondo e apparentemente nascosto. Spesso quindi il paziente si sofferma molto sulla sintomatologia del momento e compito dello psichiatra sara’ quello di gestire il colloquio affrontando anche argomenti che si discostano dalla sintomatologia presente al momento della visita e che ha condotto la persona a cercare l’ aiuto di uno specialista.
La valutazione clinica si avvale inoltre della cosiddetta comunicazione “non verbale”, il paziente infatti racconta molto di se’ non solo con le parole ma anche con le modalita’ con cui si esprime, con la mimica e con il comportamento, che l’ occhio esperto dello specialista sapra’ cogliere e e rivestire del giusto significato.
Particolari valutazioni vengono effettuate per pazienti con eta’ avanzata: negli anziani infatti e’ necessario valutare anche il grado di decadimento cognitivo per valutare la giusta origine dei sintomi. Fasi iniziali delle demenza possono manifestarsi con sintomi sovrapponibili a quelli di pertinenza psichiatrica.
A completamento della valutazione può essere formulata una diagnosi, che potrà essere temporanea e perfezionata con il tempo, data la natura variabile dei sintomi che caratterizzano questo tipo di disturbi, e che servirà ad orientare il sanitario nella scelta del trattamento da seguire.
La diagnosi non dev’ essere considerata un’ etichetta che descrive la persona, si tratta semplicemente di dare un nome al disturbo di cui la persona soffre.
In ogni caso il trattamento potra’ essere iniziato anche senza una diagnosi definitiva poiche’ la risposta ai trattamenti puo’ essere di indirizzo diagnostico e potrebbero essere necessari piu’ incontri per completare l’ indagine.
Il trattamento proposto dallo psichiatra al paziente sarà inizialmente orientato a contenere nel più breve tempo possibile i sintomi che hanno condotto il paziente a richiedere la visita e che verosimilmente causano importanti difficoltà nella gestione delle attività del quotidiano (insonnia, ansia, inquietudine, inappetenza, stanchezza, difficoltà di concentrazione, deficit di memoria, difficolta’ nelle relazioni interpersonali e/o lavorative, ecc.), potrà essere sia di tipo farmacologico che di tipo psicoterapico o prevederli entrambi e verrà col tempo modulata in relazione all’ evoluzione del quadro clinico.
Nell’ individuazione della terapia saranno tenute in considerazione necessità e preferenze del paziente, valutando anche le eventuali precedenti terapie effettuate, i risultati ottenuti e se vi siano stati effetti collaterali.
Lo psichiatra dettagliera’ comunque i tempi e i modi di assunzione della terapia farmacologica, specificando la durata della stessa e gli eventuali effetti collaterali che potrebbero presentarsi.
La prescrizione di una terapia farmacologica non necessariamente viene consigliata in caso di patologie gravi, ma anche in caso di situazioni cliniche cronicizzate o che in passato non siano state trattate efficacemente.
Il paziente potra’ porre al medico tutte le domande che possano chiarirgli eventuali dubbi e comunque potra’ decidere se seguire o meno la terapia proposta, accettando i pro e contro della decisione presa.
La perizia psichiatrica va nettamente distinta dalla visita psichiatrica, almeno dal punto di vista dei motivi per cui viene condotta.
Si tratta infatti di un atto medico cui sono sottoposti i soggetti che si trovano ad affrontare un’ indagine giuridica, per cui allo psichiatra viene chiesto dal magistrato (se effettuata dal consulente tecnico d’ ufficio - CTU), o dall’ avvocato (se effettuata dal consulente tecnico di parte - CTP) di dettagliare la condizione psichica del soggetto nel momento del compimento del reato.
Generalmente segue un iter di svolgimento standard con una prima fase che riguarda l’ analisi dettagliata di tutta la documentazione sanitaria a disposizione. E’ molto importante infatti per il medico riuscire a ricostruire il piu’ possibile la storia clinica e comportamentale del soggetto.
La seconda fase prevede la visita al paziente per delinearne le caratteristiche psichiche, di personalita’ ed eventualmente psicopatologiche. In questa fase possono essere utilizzati anche dei test psicodiagnostici, utili a confermare l’ indirizzo diagnostico.